Furlan (Cisl) a Draghi: "Faccia come Ciampi, patto sociale e stop licenziamenti"

La segretaria generale della Cisl: "Con il recovery ci giochiamo tutto può essere una occasione per ammodernare l`Italia, ma il rischio è che si trasformi in debito che graverà sui nostri nipoti"

Annamaria Furlan, segretaria generale della Cisl
Annamaria Furlan, segretaria generale della Cisl
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5 Febbraio 2021 - 09.25


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Speranza ma anche preoccupazioni: il presidente del consiglio incaricato, Mario Draghi, “nel suo primo discorso ha affermato di volersi confrontare con tutte le parti sociali. E’ un buon inizio per costruire insieme il futuro del nostro Paese. I problemi sono tanti e anche le emergenze. A Draghi dico: incontriamoci subito. Insieme con gli altri sindacati vogliamo illustrare le nostre preoccupazioni, le nostre proposte e dare un contributo positivo alla crescita, allo sviluppo e all`occupazione”. 
Lo ha sottolineato Annamaria Furlan, segretaria generale della Cisl, in una intervista al quotidiano “La Stampa”.
La leader Cisl rilancia il modello della concertazione dei Governi con Ciampi. “In questa fase serve un nuovo patto sociale. Con il recovery ci giochiamo tutto – afferma – può essere una occasione straordinaria per ammodernare l`Italia, ma il rischio è che si trasformi in debito che graverà sulle spalle dei nostri nipoti. Ogni giorno leggiamo bollettini di guerra, dobbiamo guardare al futuro insieme”.

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Per Furlan ci sono alcune questioni che hanno bisogno di un intervento immediato, a partire dal rinnovo del blocco dei licenziamenti e della cassa Covid.
“I dati economici sono molto negativi – prosegue – la preoccupazione è che con la fine di marzo ci possiamo ritrovare centinaia di migliaia di uomini e donne espulsi dal mondo del lavoro. La riforma degli ammortizzatori è ferma, né abbiamo attivato le politiche attive”. Sul blocco dei licenziamenti selettivo proposto da Confindustria, Furlan è chiara: “Non condividiamo questa idea. Il problema non riguarda solo alcuni settori particolarmente toccati dalla pandemia. Abbiamo una parte del manifatturiero, soprattutto aziende piccole, che lavorano quasi esclusivamente per le imprese del terziario e sono altrettanto in crisi”.
Sulla proposta di abbandonare quota 100, la leader Cisl aggiunge che “bisogna riformare la previdenza. Noi da tanto tempo chiediamo al Governo di aprire un confronto. E’ ovvio che la questione non può essere isolata dal resto. Se rivediamo il sistema, se creiamo condizioni di flessibilità in uscita che tengano conto del fatto che tutti i lavori non sono gravosi allo stesso modo, noi possiamo anche trovare soluzioni alternative a quota 100. Ma finché non succede è uno dei pochissimi strumenti che garantisce flessibilità. Non è il momento di parlare per slogan, bisogna trovare soluzioni. La soluzione è seria, non si liquida con una battuta. Rischiamo danni pesanti, un nuovo scalone, penso agli esodati, molto difficili e costosi da recuperare”.
Infine sul recovery plan, secondo Furlan “serve un serio confronto con nuovo Governo. L’ultima bozza approvata è sicuramente migliorativa, sposta molte risorse verso gli investimenti, ma delle riforme che sono necessarie anche per gestire i fondi purtroppo ci sono solo i titoli. L’altra lacuna che bisogna colmare riguarda le politiche industriali. Creare condizioni di politica industriale e creare condizioni di sistema. Scegliamo i settori prioritari su cui puntare. Sentiamo spesso paragonare il recovery al piano Marshall. Ecco, nel dopoguerra i settori su cui investire erano ben chiari, dalla siderurgia alle infrastrutture”.

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