Landini racconta il retroscena: "Draghi messo in minoranza dai partiti che volevano difendere i più ricchi"

Il segretario della Cgil spiega come è fallita la mediazione proposta dal premier, ossia escludere per un anno dai benefici fiscali i redditi superiori ai 75 mila euro"

Landini racconta il retroscena: "Draghi messo in minoranza dai partiti che volevano difendere i più ricchi"
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8 Dicembre 2021 - 10.40


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Tutti ce l’hanno con Cgil e Uil per uno sciopero che anche la Cisl non ha approvato.

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Ma come stanno le cose? Semplice: una parte della maggioranza si è messa di traverso al premier per difendere i più ricchi.

“Il presidente Draghi ha tentato di proporre un punto di mediazione con la sua maggioranza avanzando l’idea di escludere per un anno dal beneficio fiscale i redditi oltre i 75 mila euro. Su questo è stato brutalmente messo in minoranza dai partiti della sua maggioranza. Questo è un problema molto serio: in questo Paese la maggioranza che sostiene il governo non sa cosa vuole dire vivere con 20, massimo 30 mila euro all’anno. La riforma fiscale del governo è profondamente sbagliata perché anziché ridurre le aliquote andava allargata la base imponibile dell’Irpef e accentuata la progressività del sistema”. 

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Lo ha detto Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, dopo la decisione di scioperare contro la manovra ritenuta ”socialmente ingiusta”. 

L’obiettivo è quello di ”cambiarla: ignora la condizione in cui vive la stragrande maggioranza dei lavoratori dipendenti e dei pensionati e il punto di vista di chi li rappresenta”.

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