Nonostante le sanzioni imposte da molte nazioni a livello mondiale, la Russia non ha ancora interrotto il flusso di gas verso l’Europa. L’Italia in particolare sta iniziando a premunirsi in caso di stop alle forniture e, secondo il ministro Cingolani, il processo durerà più di qualche anno.
“Oggi il prezzo del gas è almeno 10 volte quello che era un anno fa e questo ricade sulle bollette. La battaglia che abbiamo adesso è sul gas – dice Cingolani ai microfoni di Quarta Repubblica – l’Europa importa circa il 46% del gas dalla Russia, l’Italia circa il 43%, è ovvio che se ci fosse un’interruzione ci sarebbero conseguenze pesanti, questo è l’errore di essere dipendenti da un Paese”.
“Per aprile circa la metà del gas che potremmo perdere l’abbiamo rimpiazzata con una serie di misure” – ha spiegato il ministro. “Se si interrompesse l’erogazione dalla Russia per il prossimo inverno sarebbe preoccupante. Ora stiamo lavorando sull’approvvigionamento del gas, credo che nei prossimi 30 mesi dovremmo essere indipendenti. Probabilmente alla Ue converrebbe un prezzo unico per tutti i paesi europei. Nel 2000 producevamo un terzo del fabbisogno di gas, in questi anni abbiamo diminuito la produzione di gas, comprandola da altri e inquinando lo stesso”.