Gian Carlo Blangiardo, presidente dell’Istat, ha chiarito come la chiusura dei canali con Mosca potrà avere un impatto sulla nostra crescita e, soprattutto, in che modo penalizzerà l’Italia: “Il ruolo che la Russia esercita come fornitore di beni per l’Italia, in realtà, non è altissimo nel complesso, diciamo che copre circa il 3%. Naturalmente se poi andiamo a vedere la parte inerente il gas questa è al 40%, così come al 10% per i prodotti petroliferi raffinati. E’ evidente, quindi, che questo blocco degli scambi crea inevitabilmente dei problemi di approvvigionamento rispetto, appunto, a dei prodotti che sono vitali, e naturalmente, questo poi si riflette al discorso legato alla crescita dei prezzi soprattutto nell’area energetica, con tutto quello che ne segue”.
Blangiardo ha aggiunto: “C’è un problema di costruzione di un nuovo equilibrio – ha proseguito -, che tenga conto di questa realtà, e, naturalmente, non si può dall’oggi al domani riassettare un sistema economico che in qualche modo contava su questo tipo di apporti. Dunque direi che stiamo faticosamente cercando di ritrovare una situazione che consenta di mantenere in piedi il sistema economico, e al tempo stesso di rinunciare a quello che in fondo, fino a ieri, era un contributo estremamente importante. Questo vale sia per le importazioni che per le esportazioni, perché, evidentemente, quello russo era anche un mercato importante, quanto meno per alcuni prodotti”.