Il ministro Cingolani: "I prezzi salgono non perché manca il gas, ma perché qualcuno dietro una tastiera ha deciso..."

Il ministro della Transizione ecologica, intervenendo all'Assemblea di Elettricità Futura, ha spiegato che la crisi attuale del gas "non è fisica ma di mercato".

Il ministro Cingolani: "I prezzi salgono non perché manca il gas, ma perché  qualcuno dietro una tastiera ha deciso..."
Cingolani
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21 Giugno 2022 - 14.35


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“I prezzi salgono non perché manca il gas, ma perché qualcuno dietro una tastiera ha deciso di farci pagare di più – ha sottolineato – e su questo nessuno sta facendo abbastanza. Questo è il mercato libero che non va perturbato? E cosa deve fare di peggio per danneggiare i cittadini?”.

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Il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, intervenendo all’Assemblea di Elettricità Futura, ha spiegato che la crisi attuale del gas “non è fisica ma di mercato”.

In mattinata il ministro è stato nella sede del governo per fare un punto con il sottosegretario alla presidenza, Roberto Garofoli, e rappresentanti del Mef. “Non ho sentito critiche alla Borsa del gas” – “Perché nel pieno di una guerra, la cosa migliore che ha saputo fare il Ttf (la Borsa del gas ndr) è stata alzare il prezzo? Le imprese e le famiglie soffrono non perché manca il gas, ma perché qualcuno da una tastiera ha deciso di alzare i prezzi. Ho sentito tante critiche in questi giorni, ma questa non l’ho sentita. Ho sentito dire che i mercati non vanno turbati. Ma cos’altro dovrebbero fare”.

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La politica del governo italiano sull’energia per Cingolani è “spingere sulle rinnovabili e sulla convivenza col gas in questa fase, disaccoppiare la borsa termoelettrica da quella sulle rinnovabili (è uno scempio pagare l’elettricità prodotta con le rinnovabili come se fosse pagata col gas), imporre un price cap europeo per tagliare i picchi dei costi”. Problema non scollegato da quello sull’acqua – In una fase di difficoltà in cui “sembra che non ci facciamo mancare nulla, mancano solo gli alieni, il problema dell’acqua non è completamente scollegabile da quello della politica energetica, anzi: stanno chiudendo delle centrali elettriche perché non c’è flusso di acqua per raffreddare”. Per la siccità il governo pensa a un progetto “sull’accumulazione e ci sono una ventina di bacini di raccolta idrica” che si potrebbero sfruttare, tenendo presente che “un quarto delle precipitazioni annuali – ha detto – sarebbero sufficienti all’irrigazione dell’agricoltura in questi giorni”. E “alcuni di questi bacini potrebbero essere messi anche in pompaggio”. A ogni modo questo concomitare di problemi su energia e acqua “è una cosa molto complicata da gestire”, ha detto.

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