Mario Monti bacchetta il sovranista Crosetto, che ritiene che la Bce debba perdere la sua indipendenza. “Mi pare che l’indipendenza di una Banca centrale riduca uno dei rischi più diffusi nelle moderne democrazie, che è la tentazione di scaricare costi presenti sulle generazioni future, attraverso l’inflazione e disavanzi pubblici eccessivi”. Lo afferma il senatore a vita ed ex premier Mario Monti parlando degli attacchi alla Bce arrivati ieri dal ministro della Difesa, Guido Crosetto.
La Bce, sottolinea Monti, “è indipendente dai governi, ma ha una ‘accountability’ democratica, esercitata dall’unico organo della Ue direttamente eletto. Infatti i vertici della Bce riferiscono regolarmente al Parlamento europeo, che ha anche un ruolo nella loro nomina. Inoltre, quando sono stati invitati, sono spesso andati anche di fronte ai Parlamenti nazionali a spiegare la posizione della Bce”.
Dunque, anche il Parlamento italiano potrebbe invitare Lagarde. “Perché no? Ovviamente si tratterebbe di un invito, non certo di un mandato di comparizione! Va tenuto presente che la Bce deve pensare all’interesse comune dell’intera zona euro, non a questo o quel singolo Paese. E vi sono tensioni quasi permanenti. Esponenti dei governi del Sud Europa reclamano tipicamente tassi più bassi e maggiore larghezza monetaria, e viceversa quelli del Nord. Questo non giova a nessuno. Ci sono casi in cui il silenzio è più utile”.
Secondo Monti, inoltre, chiedere alla Bce una politica monetaria più lasca avrà l’effetto opposto. “Se l’obiettivo di certe dichiarazioni è evitare un rialzo dei tassi, esse non avranno seguito reale. Un’altra ipotesi è che chi fa questi attacchi punti, più che ad un risultato a Francoforte, ad avere consenso in casa propria, mostrando la propria capacità di protesta, a ‘difesa’ della Nazione. Ma il ministro della Difesa Crosetto mi pare persona genuina, concreta, non cinica, oltre che simpatica. Forse non aveva ancora avuto modo di riflettere bene su questo tema complesso”.
Secondo Monti poi, la richiesta di Crosetto alla Bce di riprendere gli acquisti di titoli di Stato non sarebbe coerente con una politica monetaria restrittiva: “Il ritmo di creazione della moneta è stato enorme negli anni del Quantitative Easing e se una Banca centrale compra titoli di Stato lo fa mettendo in circolo moneta e quindi aumentandone la quantità. Non è vero che tutta l`inflazione europea derivi dalla guerra in Ucraina, c’erano già i presupposti per creare inflazione nella politica monetaria espansiva degli scorsi anni. Inoltre il Quantitative Eeasing si pone già al limite dei trattati europei, se dovesse essere a tempo indeterminato desterebbe preoccupazione ancora maggiore nei Paesi che guardano con timore all’espansione dei disavanzi come quello italiano”.
U’altra critica mossa da Crosetto è che la Bce azzoppi un’economia già in difficoltà, “Se la politica monetaria, il cui compito principale è quello di contenere l’inflazione, non decelerasse, allora avremmo quel mostro che si chiama stagflazione. Non si può chiedere troppo alla Banca centrale -sostiene Monti -. Con il Quantitative Easing, cominciato nel 2015 e finito forse troppo tardi, ha distribuito dosi ingenti di analgesico che hanno avuto effetti sui governi ma anche sulle parti sociali e hanno reso molto meno cogente fare riforme strutturali. Una politica monetaria alla quale i governi chiedono un eccesso di atteggiamento materno, non solo crea più inflazione, ma toglie altri stimoli al cambiamento necessario”.