I bonus edilizi continuano a raccogliere consensi, forse più del dovuto, considerando che si è arrivati a quota 5,6 miliardi di euro di illeciti. Le frodi sono particolarmente concentrate nelle richieste del bonus facciate, anche se va detto che – rispetto a pochi mesi fa – i dati stanno registrando un calo. Questo è quanto emerge dalle indagini di settore e dalle recenti dichiarazioni di Giuseppe Zafarana, comandante della Guardia di Finanza. Vediamo di approfondire questo argomento, relativo alle indagini sui crediti d’imposta.
5,6 miliardi di euro di frode nei bonus edilizi
Le indagini della Guardia di Finanza hanno portato a una considerazione piuttosto allarmante: in Italia le truffe relative ai bonus edilizi hanno toccato quota 5,6 miliardi di euro. Come dichiarato da Zafarana, i crediti fiscali fittizi accertati sono stati solo in parte recuperati tramite sequestro e, nella fattispecie, si parla di 2,5 miliardi di euro complessivi, mentre 2 miliardi di euro sono stati già monetizzati dai truffatori autori degli illeciti. Il mercato ha logicamente risentito di questa situazione, nonostante il fenomeno sia stato arginato almeno in parte negli ultimi mesi. Dal canto suo, lo Stato si sta organizzando per porre un ulteriore freno a questo gravissimo problema, che va ad impattare sull’intera filiera del settore edile, e che rischia di bloccare i suddetti crediti fiscali, con il pericolo di raggiungere il default economico. Non a caso, prossimamente si terranno nuovi incontri tra i leader politici per stabilire una linea d’azione comune da applicare quanto prima. L’obiettivo finale è migliorare il sistema che gestisce la cessione del credito, e allargare il pacchetto di soggetti in grado di cederlo, come nel caso delle banche.
Solo le imprese certificate potranno realizzare i lavori
Dal 1 luglio 2023, soltanto le imprese in possesso di certificazione SOA potranno ottenere l’autorizzazione per realizzare i lavori legati al superbonus. Questa limitazione, comunque, verrà attivata solo per gli importi eccedenti un tetto di 516 mila euro. In realtà la misura è già stata attivata dal 1 gennaio, ma da qui a luglio 2023 si attraverserà un periodo di transizione. Durante questo periodo, le imprese potranno svolgere tutte le pratiche per ottenere l’attestato SOA, nel caso desiderassero acquisire dei contratti di questa tipologia. Per verificare che la ditta scelta per svolgere i lavori sia realmente esistente, e in regola dal punto di vista legale, comunque, ci si potrà avvalere di una ricerca su piattaforme online che raccolgono tutte le informazioni commerciali relative alle imprese. Si potrà, per esempio, richiedere un documento ufficiale come la visura camerale, così da avere la certezza di rivolgersi a un’impresa affidabile, evitare di venire truffati ed evitare una truffa ai danni dello Stato. Questa è solo una delle tante verifiche che si possono effettuare prima di incaricare un’impresa edile di svolgere i lavori di ristrutturazione di cui si ha bisogno.
Bonus edilizi: i possibili interventi antitruffa
Per arginare questo problema, gli attori chiamati in causa stanno ragionando su alcune misure da attuare. Fra gli interventi antitruffa che ad oggi sembrano più efficaci e probabili, ne troviamo uno: la tracciabilità dei movimenti relativi ai crediti d’imposta, in special modo se si parla delle cessioni multiple. Altri interventi mirano invece a potenziare i sistemi informatici dell’Agenzia delle Entrate, così da consentire alle autorità di individuare e riconoscere in modo più celere le frodi di questo tipo. Ma come si concretizzano queste truffe? Alcune società hanno emesso fatture fittizie per interventi mai effettuati, per poi monetizzare il tutto cedendo i crediti ad alcuni soggetti fisici. Ovviamente, alla fine dei giochi, l’ultimo anello della catena è “inattaccabile”: si parla infatti di persone nullatenenti, sulle quali l’Agenzia delle Entrate non può rivalersi.