In Italia cresce la povertà assoluta ma ci si occupa di migranti, dio patria e famiglia mentre si taglia la sanità

Nel 2023 la povertà assoluta ha raggiunto livelli mai toccati negli ultimi dieci anni. L’incidenza è dell’8,5% tra le famiglie e del 9,8% tra le persone.

In Italia cresce la povertà assoluta ma ci si occupa di migranti, dio patria e famiglia mentre si taglia la sanità
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Claudio Visani Modifica articolo

16 Maggio 2024 - 13.35


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Nel 2023 la povertà assoluta ha raggiunto livelli mai toccati negli ultimi dieci anni. L’incidenza è dell’8,5% tra le famiglie e del 9,8% tra le persone. In numeri assoluti si tratta di 2 milioni 235 mila famiglie e 5 milioni 752 mila persone.

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Il reddito da lavoro ha visto affievolirsi la sua capacità di proteggere individui e famiglie dal disagio economico. La quota degli occupati a rischio povertà è salita all’11,5%, arrivando all’8,2% tra i lavoratori dipendenti. Ad aumentare è soprattutto il lavoro precario di bassa qualità. Nel 2023 c’erano tre milioni di contratti a tempo determinato, un milione in più rispetto a dieci anni fa.

In Italia le retribuzioni non crescono più. Tra il 2013 e il 2023 il potere di acquisto è diminuito del 4,5%, mentre tra le maggiori economie Ue è cresciuto tra l’1,1% della Francia e il 5,7% della Germania. Di conseguenza cresce il divario economico dell’Italia con la Spagna (10 punti), con la Francia (14 punti) e con la Germania (17 punti).

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In Italia sta meglio solo il Nord, mentre a rimanere più lontano dal livello pre-crisi del 2008 stavolta non è il Mezzogiorno ma il Centro, che è l’area del Paese che rimane più distante dai livelli di Pil del 2007 (8,7 punti percentuali).

Io lo vedo anche alle Cucine Popolari della ricca Bologna il lavoro povero. Sono sempre di più le persone che hanno un lavoro e una casa ma vengono alle Cucine a mangiare. Precari, persone che vivono di lavoretti e contrattini, ma anche dipendenti che non riescono più a mantenere i figli, a pagare l’affitto sempre più oneroso o l’assegno al coniuge separato. Così sono costretti a rivolgersi ai servizi sociali e a chiedere aiuto alla rete della solidarietà.

Ma l’Italia della notte della politica continua a parlar d’altro: di armi, guerra, grandi opere, vecchio sviluppo, lotta all’immigrazione, ordine, sicurezza, Dio, Patria e Famiglia. Per poi continuare a non far pagare le tasse a chi può e a chi non le paga, a tagliare progressivamente la sanità, i servizi per le famiglie, le risorse destinate ai più poveri, gli investimenti contro la crisi climatica, per la scuola e la formazione, un nuovo sviluppo sostenibile e di qualità, per i nostri giovani.

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