di Franco Balbo
Con oggi abbiamo finito tutte le nostre risorse naturali a disposizione per quest’anno.
Da domani e fino al 31 dicembre viaggeremo in riserva. Praticamente in soli 8 mesi abbiamo consumato l’intero “budget” annuale.
Infatti, secondo il Global footprint network, un’organizzazione senza scopo di lucro che si occupa di ricerca sulla sostenibilità ambientale, oggi, 20 agosto è l’Earth overshoot day, il giorno del superamento delle capacità della Terra. Da oggi gli oltre 7 miliardi di persone abitanti su questo pianeta hanno esaurito le risorse naturali rinnovabili che avevano a disposizione per l’intero 2013.
Sono bastati meno di otto mesi per consumare tutto il cibo (vegetale e animale), acqua e materie prime che la Terra può produrre e che sarebbero dovute bastare fino a fine anno. Nel frattempo sono state immesse nell’ambiente inquinanti e quantità di rifiuti superiore alla capacità di smaltimento del pianeta.
Negli anni sessanta l’umanità utilizzava circa i due terzi delle risorse naturali disponibili. Il primo overshoot è avvenuto nel 1987 quando il 19 dicembre “abbiamo consumato tutto il consumabile” a disposizione di quell’anno. Praticamente gli ultimi 12 giorni del 1987 l’umanità ha preso in prestito ed utilizzato risorse destinate per l’anno successivo. E da allora è andata sempre peggio.
Nel 1990 l’umanità ha consumato il 106% delle sue possibilità annuali, nel 1995 il 111%, nel 2000 il 116%, nel 2005 il 120%, fino ad arrivare al 2013 con il “record” del 136%. Mancano ancora 133 giorni alla fine dell’anno ma abbiamo consumato tutto.
Dal grafico sottostante si può notare che dato 100 la quantità che la Terra può produrre in un anno in termini di cibo, acqua e risorse naturali siamo passati dal consumare 100 nel 1986 a consumare 140 oggi. Per sostenere questo trend oggi ci vorrebbe circa una Terra e mezza.
E’ indubbio che consumiamo più di quanto possiamo produrre e consumiamo le materie prime così velocemente che se il trend rimane questo il 1° gennaio 2060 l’umanità consumerà in un giorno tutto quello che la Terra può produrre in un anno intero.
Il grafico sottostante tratto dai calcoli statistici elaborati (vedi tabella) spiega meglio il destino di tutti noi e del nostro pianeta. Se ogni anno consumiamo più di quanto la Terra può dare e sostenere, chiaramente ciò che prendiamo “in prestito” non lo ritroviamo più nell’anno successivo.
Per essere chiari: se quest’anno abbiamo consumato il 136% delle risorse disponibili vuol dire che nel 2014 abbiamo a disposizione il 64% delle materie prime prodotte in quell’anno visto che il 36% è stato già utilizzato nell’anno precedente.
Continuando così nel 2060 o troviamo un altro pianeta o la vita sulla Terra sarà pressoché impossibile.
Il problema non è tanto l’aumento della popolazione mondiale in questi ultimi anni ma lo stile di vita, i consumi e il sistema di produzione che gran parte della popolazione mondiale ha adottato negli ultimi trent’anni.
Bisognerebbe evitare gli sprechi di cibo e di energia che in molti paesi raggiungono dimensioni esorbitanti e ripensare a cosa intendiamo per “crescita”.
In questo scenario apocalittico la politica internazionale – ma anche italiana – sembra bloccata.
L’Italia, in confronto ad altri paesi, sembra ancora più statica, bloccata dalla sua burocrazia e da una instabilità politica che non aiuta a prendere decisioni forti e di vero cambiamento.
In attesa di provvedimenti istituzionali spetta a noi iniziare a cambiare i nostri piccoli gesti quotidiani. Sono tante le associazioni di cittadini che promuovono un cambiamento degli stili di vita per creare un modello di sviluppo sicuramente eco-sostenibile.
Invocare la crescita senza una proposta concreta non vuol dire nulla. Dobbiamo diffidare da chi proclama che bisogna “tornare” a crescere. È quel “tornare” che ci deve spaventare. Non si è forse capito che quel sistema economico è fallito e che indietro non si torna.
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