Ci sarete passati davanti centinaia di volte in macchina diretti da Viterbo verso Roma, sulla Cassia, e forse come me siete rimasti affascinati o perlomeno incuriositi da questo grande distributore di benzina abbandonato (mah, forse affascinati è un po’ troppo, forse il fascino per la decadenza lo subiamo solo noi urbanisti..).
Qualche giorno, mentre guidavo verso la capitale, ho deciso di accostare la macchina in quella stazione di servizio per vederla meglio da vicino. Sono scesa e ho dato un’occhiata. Tralasciando l’attrazione che ho provato nell’intrufolarmi in quel buco del confine spazio-temporale, dove da un lato sfrecciavano macchine a tutta velocità e dall’altro la stasi dell’abbandono delle colonnine di benzina e delle strutture di servizio mi davano l’ebbrezza di essere dentro un film di Tarkovskij, ho pensato che di stazioni di servizio abbandonate ce ne sono un bel po’.
Il tema è stato affrontato abbondantemente nel corso degli anni, in tanti hanno scritto e proposto soluzioni per risolvere la questione. Che sostanzialmente è: cosa fare di questi grandi spazi pavimentati, inutilizzati, esteticamente discutibili, impattanti e chi più ne ha più ne metta?
Sono molti gli esempi di riconversione e riuso, come quelli operati in Olanda, dove sono state messe in campo vere e proprie politiche di rifunzionalizzazione delle stazioni di servizio, come quelle disegnate per la Esso olandese da Dudok, oppure la stazione in cemento, vetro e acciaio progettata per la Shell dall’architetto Meijlink a Vught nel 1933 riconvertita in edificio per uffici. Ma si sa, in Olanda le cose vengono fatte a modo, è banale dirlo. Altri esempi si contano a Berlino, dove per esempio nel quartiere Schöneberg lo studio bfs ha trasformato una stazione di servizio Shell del 1953 in galleria d’arte, circondandola addirittura da un giardino di ciliegi e bambù.
Ma se all’estero spesso si è operato attraverso il remaquillage di roadside architectures d’autore, dando un po’ di lustro e brillantini, in Italia troviamo alcuni esempi di vera e propria rifunzionalizzazione.
A Lido di Camaiore, Lucca, la pubblica amministrazione ha operato la riconversione di un distributore abbandonato, posto sul lungomare, in punto informativo per i turisti. A Foiano, vicino ad Arezzo, invece, una vecchia stazione di servizio è stata trasformata in chiosco di erogazione di acqua naturale a temperatura ambiente, acqua naturale e gassata refrigerata “ACQUA 00“.