Guardia nazionale ambientale: così il volontariato difende la natura

Intervista al presidente Alberto Raggi: sensibilizzare le nuove generazioni è fondamentale

Un controllo della guardia nazionale ambientale
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19 Dicembre 2016 - 15.05


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Corsi di educazione ambientale nelle scuole, pattuglie nelle città e nelle campagne alla ricerca di discrarive abusive pericolose per ambiente e salute, protocolli d’intesa con le pubbliche amministrazioni e collaborazione con le forze di polizia.
La Guardia nazionale ambientale, una Onlus che si basa sul volontariato, è sempre più attiva e opera in tutta Italia
La formazione di un pensiero ambientalista si rivolge innanzitutto alle giovani generazioni. Quali sono i vostri progetti?
Siamo fortemente convinti che la formazione e coinvolgimento delle nuove generazioni sia un valore aggiunto e di grande efficienza sul piano pratico – dice il presidente Alberto Raggi – quindi il nostro progetto è quello di continuare ed, ove possibile, intensificare la formazione dei ragazzi mediante corsi di educazione ambientale ed attività pratiche di coinvolgimento nel rispetto della natura e degli animali.
Cosa dovrebbero fare le amministrazioni locali, ciascuna per la propria parte, per migliorare situazioni che sono di conclamato degrado?
Le risorse a disposizione delle amministrazioni locali sono sempre più esigue sia in termini di risorse finanziarie, di mezzi che umane ed il coinvolgimento di strutture come la Guardia Nazionale Ambientale è molto di più che un’opzione. Nell’anno 2010 abbiamo dimostrato che con il coinvolgimento die nostri ragazzi siamo riusciti ad aumentare la raccolta differenziata dal 5% al 53% nell’arco di poco più di un anno in realtà come Frattamaggiore in provincia di Napoli, mentre a distanza di pochi chilometri esplodeva l’emergenza rifiuti. Questo significa che l’informazione, presenza, vigilanza e quando occorre, la repressione costituiscono una ricetta che risulta efficace anche quando applicata in siti molto difficili. Naturalmente queste iniziative assumono la dovuta efficacia se vedono il coinvolgimento di strutture di comprovata esperienza e capacità, organizzate e che vedono al loro interno figure di altissima professionalità come, nel nostro caso, responsabili di nuclei interregionali provenienti dal Noe Carabinieri, Corpo Forestale dello Stato, Polizia di Stato, Guardia di Finanza, Capitanerie di Porto Polizie Provinciali, Polizie Municipali e altri enti di analoga caratura.
La Guardia nazionale ambientale rappresenta un concreto esempio di volontariato. Come pensate di continuare ad agire in futuro?
 Il volontariato è attualmente il grande motore delle emergenze ed in molti casi anche la spina dorsale di numerose attività di assistenza alla popolazione anche nei casi di normale vita quotidiana ma esiste un grandissimo caos normativo del terzo settore dove non sono correttamente distinte ed agevolate, anche dal punto di vista fiscale, le realtà che svolgono esclusivamente attività di solidarietà sociale, rispetto alle attività produttive mascherate da cooperative sociali. Faccio soltanto un esempio: dal 1991 esiste la Legge 266/1991 Legge Quadro sul Volontariato che all’art. 8 prevede delle agevolazioni fiscali che però non sono applicabili perché ad oggi non stati emanati i relativi decreti attutativi, quindi un’organizzazione che svolge attività di supporto è costretta a pagare le imposte come l’IVA al pari di una persona fisica ed in più rispetto ad un’azienda commerciale che invece porta in detrazione l’iva sugli acquisti pagando soltanto quella sulle vendite che però incassa dai propri clienti. Ecco questa citata è soltanto una delle assurdità riservate al mondo del volontariato vero a cui mancano fondi, mezzi, attenzione, normativa, spazi ed, a mio avviso, servirebbe una maggiore coesione tra i vari organismi e l’organizzazione di enti di coordinamento e di tutela di queste fondamentali realtà che nei momenti di emergenza fanno la differenza.

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