Gli scienziati: "La Grande Barriera Corallina australiana è morta"

Nel 2016 la più larga struttura corallina esistente sulla Terra ha visto infatti uno sbiancamento senza precedenti

Lo sbiancamento del corallo
Lo sbiancamento del corallo
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21 Marzo 2017 - 14.31


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La Grande barriera corallina è praticamente morta a causa di un temporaneo aumento della temperatura del mare fino a 4 gradi che, tradotto, significa: sbiancamento del 90% dei coralli e morte di più del 20%; al Nord, sono scomparsi due terzi dei coralli.

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E’ il risultato di uno studio pubblicato su ‘Nature’ nei giorni scorsi, secondo il quale proteggere le barriere dalla pesca e migliorando la qualità dell’acqua non previene lo sbiancamento del corallo quando si verificano importanti aumenti della temperatura degli oceani.

“Il riscaldamento globale è la minaccia numero uno” afferma David Wachenfeld del Parco marino della Grande Barriera Corallina, co-autore della ricerca. “Lo sbiancamento che si è verificato nel 2016 rafforza fortemente la necessità urgente di limitare il cambiamento climatico, come concordato dai leader mondiali nell’Accordo di Parigi”.

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“E’ stato il terzo maggior episodio che ha colpito la Grande Barriera dopo le più recenti ondate di calore del 1998 e del 2002. Ora ci stiamo attrezzando per studiare la potenziale numero ‘4’”, afferma Terry Hughes, professore a capo dell’Arc Centre of Excellence for Coral Reef Studies. Che aggiunge: “Il cambiamento climatico non è una minaccia futura. E’ qualcosa che colpisce la Grande Barriera Corallina da 18 anni” si legge sul ‘New York Times’.

Pochi giorni fa è arrivato anche l’allarme lanciato da Greenpeace Australia: l’aumento delle temperature causato dai cambiamenti climatici la sta letteralmente “cuocendo viva”. Calore che uccide alcuni organismi viventi o alghe all’interno del corallo, provocandone lo sbiancamento.

Una delle principali attrazioni turistiche dell’Australia – ogni anno genera reddito per 5 miliardi di dollari australiani (3,9 miliardi di dollari) – la Grande Barriera Corallina sta per perdere lo status di patrimonio mondiale dell’Unesco, guadagnato nel 1981. Le Nazioni Unite dovranno decidere entro luglio se classificarla “in pericolo”.

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