L'uomo cresce a ritmi insostenibili: saremo 9 miliardi nel giro di 30 anni

Si sta raggiungendo un punto di non ritorno: lo studio del World Population Prospects 2019 presentato dalle Nazioni Unite

Esseri umani
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29 Luglio 2019 - 10.25


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Ci sono troppi esseri umani: è questa la spaventosa conclusione dell’ultimo World Population Prospects 2019 presentato dalle Nazioni Unite, il 26esimo rapporto di questo tipo che include gli avanzamenti sulle stime della popolazione mondiale dal 1950 ad oggi, con le proiezioni circa l’entità della possibile popolazione a partire da quest’anno sino al 2100. Anno in cui gli esseri umani saranno, se continueremo a questi ritmi di crescita, 11 miliardi. Se consideriamo che oggi, 29 luglio, le risorse della Terra per il 2019 sono terminate e siamo già in debito per il prossimo anno pur essendo ‘solo’ 7 miliardi, è facile capire che questa crescita insensata può portare solo guai. 
Nei prossimi 30 anni (al 2050) saremo 9,7 miliardi, con una crescita di circa 2 miliardi di persone. Rispetto al 1750 (cioè rispetto all’inizio della Rivoluzione Industriale), quando si stima vivessero sul pianeta circa 800 milioni di persone, la popolazione mondiale è decuplicata e continua a crescere a un tasso di circa 83 milioni di individui l’anno.
Anche la popolazione urbana è cresciuta con grande rapidità. È passata dai 746 milioni di abitanti del 1950 giungendo quasi ai 4 miliardi del 2014. Si prevede che la popolazione urbana incrementerà di 2,5 miliardi nel 2050, sorpassando quindi in quel periodo i 6 miliardi. Alla metà di questo secolo avremo una popolazione urbana equivalente alla popolazione globale che era presente sul pianeta nel 2002.
Le nuove proiezioni del Prospects 2019 indicano che la popolazione mondiale continua a crescere anche se i tassi di crescita sono molto diversi a secondo dei Paesi e delle aree geografiche.
Nove Paesi faranno più della metà della popolazione globale prevista da qui al 2050 e sono, in ordine decrescente dell’incremento atteso, India, Nigeria, Pakistan, Repubblica Democratica del Congo, Etiopia, la Repubblica Unita di Tanzania, Indonesia, Egitto e Stati Uniti d’America. Per fare un esempio, l’Africa subsahariana passerà dagli attuali 1 miliardo e 66 milioni a 2 miliardi e 118 milioni nel 2050.

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