Lo studio: l'acqua in bottiglia consuma 3.500 volte risorse in più rispetto a quella del rubinetto

L'istituto per la salute di Barcellona calcola i costi dalla plastica all'energia per imbottigliare al carburante per portarla al supermarket e poi a casa.

Bottiglie di plastica
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7 Agosto 2021 - 18.51


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Acqua in bottiglia o acqua del rubinetto? La scelta dipende anche dalla vostra attenzione all’ambiente.
La prima, infatti, consuma 3.500 volte in più in risorse naturali rispetto alla seconda. E’ quanto emerge da uno studio dell’Istituto di Barcellona per la Salute globale (ISGlobal) che ha valutato la differenza nel bere acqua in bottiglia e quella che scorre dal rubinetto. 
I dati parlano chiaro: una bottiglia d’acqua consuma la plastica del contenitore, il cellophane per avvolgerlo, l’energia elettrica per produrla e imbottigliarla, il carburante per portarla al supermarket e poi a casa, altro carburante per portarla allo smaltimento, l’energia per riciclarla o bruciarla.
Al confronto, l’acqua del rubinetto non consuma quasi niente: giusto un po’ di corrente per pomparla nelle tubature, e un po’ di energia e materiali per la manutenzione degli acquedotti. 
Le risorse consumate
Secondo i ricercatoti dell’ISGlobal, se l’intera popolazione di Barcellona bevesse acqua imbottigliata, questo avrebbe un impatto sull’estrazione di risorse naturali 3.500 volte più alto rispetto a quello che si avrebbe se tutta la popolazione bevesse acqua del rubinetto.
Le risorse consumate ammonterebbero a 83,9 milioni di dollari all’anno. Dati riportati anche sulla rivista Science of the Total Environment, dove è stato pubblicato lo studio condotto in collaborazione con l’Università della Catalogna.
Costi economici e impatto sulla salute
L’ISGlobal ha fatto una valutazione del ciclo di vita del prodotto e dell’impatto sulla salute umana e sugli ecosistemi. Il consumo di energia e di materiali per imbottigliare l’acqua, per trasportarla e poi per smaltire le bottiglie vuote, produce gas inquinanti, polveri sottili e gas serra dalle centrali elettriche e dai mezzi di trasporto.
Senza contare che molte bottiglie usate finiscono nei mari e sulla terra, inquinandoli per decenni, se non per secoli.
Tutto questo ha un costo economico, e conseguenze sulla vita delle persone, della flora e della fauna. Gli studiosi di ISGlobal sostengono che, se l’intera popolazione di Barcellona
bevesse acqua in bottiglia, questo avrebbe un impatto sugli ecosistemi 1.400 volte superiore a quello che ci sarebbe se tutti i cittadini bevessero acqua del rubinetto. I ricercatori si sono spinti a dire che il consumo di acqua in bottiglia da parte di tutti i barcellonesi porterebbe alla scomparsa di più di una specie vivente all’anno, per la precisione 1,43 in media.
 L’acqua del rubinetto? Una scelta migliore
“I nostri risultati – commenta Cathryn Tonne, una delle ricercatrici di ISGlobal – mostrano che, considerando sia gli effetti ambientali che quelli sulla salute, l’acqua del rubinetto è una scelta migliore rispetto a quella imbottigliata, perché l’acqua in bottiglia ha un impatto maggiore”.
I timori della gente
Ma allora perché la gente non beve l’acqua degli acquedotti? Secondo i ricercatori catalani, è per il timore della presenza di sostanze chimiche. In particolare i trialometani, derivati dalla disinfezione dell’acqua col cloro. Una paura del tutto infondata. “Oggi è cambiato il modo di clorare l’acqua. Si usa il biossido di cloro, che non forma i trialometani, che davano fra l’altro il gusto cattivo”  spiega il ricercatore del Cnr Vito Felice Uricchio. Non solo. Per chi vuole essere proprio sicuro, oggi ci sono anche i sistemi di microfiltrazione, che eliminano qualsiasi traccia di cloro: filtri al rubinetto, caraffe filtranti o un impianto sotto il lavello.

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