Speriamo bene: il primo ministro britannico Boris Johnson si è detto “cautamente ottimista” su come stanno procedendo i colloqui sul clima alla Cop26 di Glasgow, ma ha avvertito che c’è “una strada molto lunga da fare”.
Facendo il punto dopo due giorni di colloqui con circa 120 leader mondiali, il premier britannico ha affermato in una conferenza stampa prima di lasciare il summit, che “non c’è dubbio che siano stati compiuti alcuni progressi”.
Ma – ha avvertito ancora – “è fin troppo facile farsi prendere da uno stato d’animo di entusiasmo esagerato”. “Dobbiamo stare attenti a guardarci dalle false speranze”, ha aggiunto.
Johnson ha sottolineato che quando il Regno Unito è stato selezionato per ospitare la Cop26, “solo l’1% dell’economia mondiale aveva rispettato gli obblighi post-Parigi per migliorare i propri obiettivi di emissione per il 2030: questa cifra è ora dell’80%”.
Il 90% dell’economia mondiale sta ora lavorando verso lo zero emissioni, inclusa “l’India che mantiene 1 miliardo di tonnellate di carbonio fuori dall’atmosfera passando metà della sua rete elettrica a energie rinnovabili”, ha detto il premier britannico prima di aggiungere: “Non è solo che stiamo proponendo obiettivi migliori o più grandi, ma il mondo sta proponendo piani per raggiungere tali obiettivi”.
“Abbiamo chiesto azioni su carbone, automobili e alberi e dopo solo un paio di giorni possiamo certamente iniziare a spuntare tre di quelle caselle: stiamo iniziando a scrivere il segno di spunta. È successo tutto perché siamo stati in grado di incontrarci a Glasgow”, ha tenuto a sottolineare.
L’orologio dello scenario del giorno del giudizio sta ancora ticchettando, ma “abbiamo una squadra di artificieri sul posto e stanno iniziando a tagliare alcuni fili, spero alcuni dei fili giusti”, ha detto ancora il premier di Londra.
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