I nemici del Pentagono: l'Isis? No Russia e Cina

Usa: le due potenze minacciano la nostra sicurezza e c'è una bassa ma crescente probabilità che Washington possa ritrovarsi a combattere una guerra contro di loro.

I nemici del Pentagono: l'Isis? No Russia e Cina
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2 Luglio 2015 - 17.34


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Ecco l’allarme contenuto nell’aggiornamento della strategia globale di difesa del Pentagono: Cina e Russia minacciano la sicurezza degli Stati Uniti e c’è “una bassa ma crescente” probabilità che Washington possa ritrovarsi a combattere una guerra con una di queste potenze, con conseguenze “immense”.

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La Russia “ha ripetutamente dimostrato che non rispetta la sovranità dei suoi vicini (Ucraina) e la sua volontà di ricorrere all’uso della forza pur di raggiungere i suoi obiettivi”, si legge nel “2015 National Military” preparato dal generale Martin Dempsey, il capo di Stato Maggiore delle forze armate Usa.

Il documento è stato accolto con “rammarico” da Mosca: “L’emergere di tale linguaggio nel documento testimonia un atteggiamento di contrapposizione, privo di qualsiasi obiettività nei confronti del nostro Paese, anche nel lungo termine”, ha lamentato il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov. Il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, ha rivolto un appello alla cooperazione internazionale, ribadendo che da soli gli Usa non possono risolvere nemmeno uno dei conflitti in corso.

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Nel testo del Pentagono si ribadisce che “le azioni militari russe stanno minacciando direttamente o per procura la sicurezza regionale”, riferimento alla presenza di truppe russe in Ucraina. Grande preoccupazione e’ espressa per lo sviluppo delle tecnologie che stanno facendo perdere agli Usa il vantaggio che avevano sempre avuto nel settore: “Quando si applicano a sistemi militari, questa diffusione di tecnologia va a sfidare il vantaggio competitivo a lungo detenuto dagli Usa in settori come l’allarme rapido (“early warning”), per l’individuazione di una minaccia (come il lancio di un missile balistico intercontinentale, ndr) e i bombardamenti di precisione”. Apparentemente indifferente ai negoziati sul programma nucleare iraniano, su cui entro il 7 luglio e’ prevista un’intesa, il Pentagono continua a inserire l’Iran, accanto a Cina, Russia e Corea del Nord, nella lista di Paesi che pongono “gravi preoccupazioni di sicurezza” all’America e ai suoi alleati. “Dalla pubblicazione dell’ultima analisi di strategia militare, 4 anni fa, il disordine globale e’ cresciuto mentre alcuni dei nostri vantaggi tecnologici hanno iniziato a ridursi”, ha sostenuto Dempsey.

Venendo alla Cina, per il Pentagono “le sue attività stanno alimentando la tensione nella regione Asia-Pacifico”. Il riferimento e’ alla costruzione di isole artificiali su barriere coralline, a migliaia di chilometri dalla costa cinese, pur di rivendicare la territorialità dell’80% del Mar Cinese Meridionale seguendo la dottrina militare della ‘linea dei nove punti’, in contrasto con le nazioni vicine, Giappone, Filippine, Vietnam, tra le altre.

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