Era un uomo di religione assai anziano e rispettato. Ma è stato brutalmente decapitato dallo Stato Islamico del Sinai.
Lo sceicco Suleiman Abu Haraz, 98 anni, sacerdote sufi (ossia apartenente ai sufisti, gruppo mistico che si è sviluppato all’interno dell’Islam) che operava nel Sinai è stato rapito a metà ottobre nella sua casa di al-Arish dai seguaci egiziani del Califfato e accusato di essere andato contro la legge di Dio (ovviamente nella sua interepetazione estremista).
L’anziano è stato poi condannato a morte e obbligato a indossare la triste tuta arancione dei prigionieri destinati al macello. Con lui è stato rapito e ucciso un altro povero innocente, Akotaivan Mansouri, messo a morte con le stesse accuse dello sceicco.
Suleiman Abu Haraz era un importante leader religioso moderato e, come detto, molto rispettato anche in considerazione di essere quasi centenario.
Ma, nonostante gli anni, lo sceicco Sufi ogni giorno visitava le case degli abitanti del luogo per dare conforto e assistenza religiosa. Cosa che lo Stato Islamico dell’Isis non poteva tollerare.
Dalle foto non è possibile stabilire a quale giorno si riferiscano le immagini. Ossia se lo sceicco è stato ucciso subito dopo il suo rapimento o solo nei giorni scorsi.
Orrore Isis in Egitto: decapitato uno sceicco Sufi di 98 anni
Il gruppo terrorista che agisce nel Sinai non ha esitato a uccidere l'anziano molto rispettato dalla sua gente
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19 Novembre 2016 - 17.24
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