L’ennesima esecuzione brutale, che segna ormai una lotta senza quartiere anche con l’amico Erdogan, diventato meno amico dopo il riavvicinamento alla Russia di Putin.
Nel video diffuso dallo Stato Islamico si vedono due soldati turchi bruciati vivi dopo essere stati umiliati, rinchiusi in una gabbia, tirati fuori brutalmente e costretti a camminare carponi come i cani fino al luogo del supplizio.
I due si chiamavano Fethi Şahin, di 26 anni e Sefter Taş, di 21.
Una barbarie come tante, troppe, simili, in cui lo Stato Islamico giosce non solo nell’uccidere ma anche nel martirizzare i suoi prigionieri.
C’è da dire che nelle ultime settimane i bombardamenti turchi, sia con l’aviazione che con l’artiglieria, avevano provocato decine di vittime civili nei villaggi del nord della Siria controllati dall’Isis e – evidentemente – il Califfato ha considerato la sua barbarie come una giusta rappresaglia.
