Il Pentagono costretto a smentire l'ennesima sparata di Trump: "Non colpiremo i siti culturali"
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Il Pentagono costretto a smentire l'ennesima sparata di Trump: "Non colpiremo i siti culturali"

L'Unesco aveva lanciato l'allarme dopo le parole del presidente.

Siti culturali in Iran
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7 Gennaio 2020 - 08.28


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Gli Usa fanno retromarcia sulla possibilità di prendere di mira i siti culturali iraniani. O almeno così dice il segretario alla Difesa, Mark Esper, smentendo di fatto le frasi del presidente Donald Trump che avevano fatto preoccupare anche l’Unesco. Esper ha aggiunto che “gli Usa rispetteranno le leggi dei conflitti armati”
La minaccia era arrivata direttamente da un tweet del presidente Trump, in cui annunciava che gli Stati Uniti erano pronti a colpire 52 obiettivi in Iran, compresi alcuni siti di rilevanza culturale.
Minaccia rilanciata anche ieri, dopo le polemiche generate dal tweet: “A loro è consentito uccidere, torturare e mutilare la nostra gente e a noi non è consentito toccare i loro siti culturali? Non funziona così”.  Anche il segretario di Stato Mike Pompeo si era affrettato a dire che gli Usa rispetterano le norme sui conflitti.
Prendere di mira siti culturali è infatti un crimine di guerra in base alla Convenzione dell’Aia per la protezione dei siti culturali, del 1954. In Iran ci sono una ventina di siti riconosciuti patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Fra questi le antiche rovine di Persepoli, la grande moschea di Isfahan e il palazzo del Golestan a Teheran, dove nel 1967 fu incoronato l’ultimo scià a governare l’Iran.
 

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