Un mercato delle vacche: se Julian Assange avesse fornito le prove che la Russia non era la fonte delle email democratiche poi hackerate e diffuse da Wikileaks, Donald Trump gli avrebbe concesso la grazia.
O almeno, questo è ciò che aveva promesso al fondatore di Wikileaks l’ex deputato repubblicano Dana Rohrabacher. «Parlai con Assange e gli dissi che se avesse fornito prove su chi diede le email a Wikileaks avrei chiesto al presidente di dargli la grazia e lui sapeva che avrei potuto arrivarci», ha dichiarato a Yahoo news l’ex deputato, uno dei politici più filorussi di Washington.
Dana Rohrabacher era anche tra i più convinti sostenitori della teoria cospirativa che sosteneva che le email furono fatte trapelare da un insider democratico.
Tuttavia, l’ex deputato ha precisato di non aver mai discusso la questione con Trump, e che da Assange voleva solo “informazioni vere”.
Era stato un legale di Assange, in un’udienza per la sua estradizione negli Usa, dove è indagato, a sostenere che Rohrabacher aveva fatto la proposta per conto del tycoon. Ai tempi la Casa Bianca aveva smentito tutto, affermando che il Presidente conosceva a malapena il deputato.
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