Se fosse confermato o accadesse allora sarebbe la prova provata che alla Casa Bianca c’è stata la Banda Bassotti: Rudolph Giuliani, l’avvocato personale di Donald Trump, avrebbe discusso la scorsa settimana la possibilità di ottenere una “grazia preventiva” dal presidente Usa.
Lo riporta il New York Times, citando due fonti anonime a conoscenza della vicenda. Non è chiaro per quale tipo di reato federale l’ex sindaco di New York abbia chiesto la grazia al presidente, anche se viene ricordato che la scorsa estate Giuliani era indagato da un procuratore federale per i suoi affari in Ucraina. “Il sindaco Giuliani non può commentare alcuna discussione che intrattenga con il suo cliente”, ha riferito la portavoce di Giuliani, Christianne Allen.
Questo tipo di grazia ad ampio raggio, che copre qualsiasi tipo di accusa e condanna è piuttosto insolita, ricorda il Nyt, anche se vi sono dei precedenti. La accordò George Washington ai partecipanti alla cosiddetta Whiskey Rebellion, mettendoli al riparo dall’accusa di tradimento. L’esempio più famoso è quello di Gerald Ford, che graziò Richard Nixon per le azioni compiute durante la sua presidenza, mentre Jimmy Carter graziò migliaia di americani che erano illegalmente sfuggiti al servizio militare nella Guerra del Vietnam.
La scorsa settimana, il presidente Trump ha graziato il primo consigliere per la Sicurezza nazionale della sua amministrazione, Michael Flynn, perseguito per aver mentito all’Fbi sulla natura dei suoi contatti con funzionari russi. Flynn si era opposto all’accusa, ritrattando la dichiarazione di colpevolezza precedentemente rilasciata, ma il procedimento giudiziario non si era ancora concluso.
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