Scusa non ha chiesto. La bruttissima pagine politica di Renzi si conclude con il leader di Italia Viva che – imbarazzato – si guarda bene dal chiedere scusa per aver incensato il mandante un un orribile omicidio ma, al contrario, attacca la sinistra.
Eppure bastava dire: elogiare un tiranno che ha fatto uccidere e fare a pezzi un dissidenti è stato un grave errore. Da oggi sarò in prima linea per chiedere il rispetto dei diritti umani in Arabia Saudita (e in tutto il mondo) senza dare patenti di democraticità a chi fa uccidere e torturare la gente.
E invece no. Attacchi a Pd, M5s e Leu e nessuna parola contro il principe ereditario.
“Se c’è una cosa che mi caratterizza è che io non scappo mai davanti ai problemi. E sono abituato a metterci la faccia. Sono, del resto, felice perché in queste settimane, dopo la fine dell’esperienza del Governo Conte (l’ex premier, peraltro, ha ripreso a insegnare proprio a Firenze, auguri sinceri di buon lavoro), i Cinque Stelle, il Pd e persino Leu sono dilaniati da polemiche interne. Litigano su tutto, a cominciare dai posti al governo. Sono davvero felice di essere uno dei rari motivi di unità: si ricompattano solo per sparare a zero su di me”.
Lo ha scritto Matteo Renzi nella sua ultime enews. “Io non ho difficoltà a raccontare dove vado e cosa faccio: sono eventi pubblici registrati su YouTube, sono iniziative sulle quali pago le tasse, rispondo delle mie idee e delle mie azioni ovunque. Se serve sono sempre disponibile a parlare di politica estera in tutti i luoghi, con chiunque, sapendo che la strada per difendere i diritti umani è una strada difficile ma da combattere ovunque”, spiega il leader di Iv.
”Mi spiace solo che si utilizzi la vicenda saudita per coprire le difficoltà interne italiane e per giustificare un’alleanza dove – come spesso è accaduto a una certa sinistra – si sta insieme contro l’avversario e non per un’idea”, sottolinea Renzi.
L’arrampicata sugli specchi
A proposito della vicenda Khashoggi, “ho condannato già tre anni fa quel tragico evento e l’ho fatto anche nelle interviste sopra riportate, su tutti i giornali del mondo. Difendere i giornalisti in pericolo di vita è un dovere per tutti. Io l’ho fatto sempre, anche quando sono rimasto solo, come nel Consiglio Europeo del 2015, per i giornalisti turchi arrestati”, ha aggiunto Renzi.
“Difendere la libertà dei giornalisti è un dovere, ovunque, dall’Arabia Saudita all’Iran, dalla Russia alla Turchia, dal Venezuela a Cuba, alla Cina”, sottolinea Renzi.
E quindi? Difendere la libertà dei giornalisti significa omaggiare il mandante politico dell’assassinio? Perché – come è noto – oggi con il rapporto dell’intelligence Usa il ruolo di Mbs è ufficiale. Ma è altrettanto vero che fin da subito era chiara la responsabilità del principe ereditario saudita, visto che i video resi pubblici avevano dimostrato che ad uccidere e fare a pezzi il dissidente era stato un team di fedelissimi di Salman e che lo stesso Trump (come è emerso pubblicamente e senza smentita) aveva detto che c’erano le prove del suolo di Mbs ma che aveva deciso di coprirlo. Senza parlare del processo farsa in Arabia Saudita contro i responsabili materiali, prima condannati a morte poi ‘graziati’ grazie ai denari dati ai familiari di Khashoggi in cambio del silenzio e per spingerli a chiedere che i colpevoli non fossero giustiziati.
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