Così l’account twitter Panjshir Province, riconducibile alla resistenza, dopo che i talebani hanno annunciato che “centinaia di mujahidin” sono diretti verso la valle del Panshir, ultima sacca della resistenza ai militanti che da una settimana controllano l’Afghanistan.
Le dichiarazioni di Ahmad Massoud
Lui ha detto: “Scrivo dalla valle del Panjshir, pronto a seguire le orme di mio padre con i mujaheddin contro i talebani.
Parole di Ahmad Massoud, figlio dell’omonimo guerrigliero che negli anni ‘90 combatteva proprio i talebani. Con lui l’ex vice-presidente Amrullah Saleh, che si è auto-proclamato presidente ad interim dell’Afghanistan dopo la fuga di Ghani.
Sì perché c’è una zona dell’Afghanistan che non si è arresa all’avanzata dei talebani e continua la sua opera di resistenza. Nel Panjshir, regione a Nord-Est di Kabul.
I talebani hanno chiesto all’ex presidente Karzai di negoziare con l’epigono della vecchia alleanza del nord.
Lo stesso Massoud, ha presentato un piano che include le sue condizioni per trattare la resa ai talebani.
Massoud però ha smentito le voci su una resa: “Sono il figlio di Ahmad Shah Massoud: la resa non fa parte del mio vocabolario. La resistenza è appena iniziata”: lo ha detto in una telefonata con Bernard Henry Levy, secondo quanto riferito dallo stesso intellettuale francese su Twitter.
Per la seconda volta, il Panjshir è la sola regione a non essere caduta sotto il giogo dei talebani – lo era già stata dal 1996 al 2001 – e su di essa si concentrano le speranze di chi auspica che la situazione non sia già definitivamente consolidata. La conferma è arrivata anche dalla Russia: il ministro degli Esteri Sergei Lavrov ha sottolineato che “i talebani non controllano tutto l’Afghanistan”.