Il racconto dell'interprete degli italiani: "Un'esplosione fortissima, morti tanti che aspettavano di partire"

Sayed, ex interprete e capitano dell'esercito afghano era all'aeroporto di Kabul con la famiglia nella speranza di partire e arrivare in Italia. Dopo l'esplosione è fuggito

Attentato verso l'aeroporto di Kabul
Attentato verso l'aeroporto di Kabul
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26 Agosto 2021 - 17.16


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Una tragedia, purtroppo simile a decine di altre: “Un’esplosione grande, fortissima, violenta. L’abbiamo sentita bene, veniva proprio dal punto in cui si trovavano gli americani, al di fuori dell’aeroporto. Io e la mia famiglia eravamo lì vicino coi nostri due bambini, ci stiamo da quattro giorni in attesa di essere imbarcati su un volo che da Kabul ci porti in Italia. Tanti i civili come noi morti, chi ha potuto come noi è fuggito con un taxi il più lontano possibile”. 

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Le parole di Sayed, ex interprete e capitano dell’esercito afghano, a pochi minuti dall’attentato all’aeroporto di Kabul.

“Adesso abbiamo paura, le nostre speranze sono ormai minime – dice – Riusciremo mai a lasciare il Paese? Come potremmo venire in Italia così? Si respirava già un’aria brutta, noi sappiamo bene che qui non c’é più tempo. Tra i morti e i tanti feriti ci sono anche civili, persone che come noi aspettavano di poter partire”.

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