L'ex inviato Onu: "Il crollo dell'Afghanistan colpa della corruzione che ha fatto odiare il governo"

Peter Galbraith: "Nei villaggi c'era totale e feroce diffidenza verso il governo centrale e il contesto ha spianato la strada ai talebani"

Peter Galbraith
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28 Agosto 2021 - 12.20


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Corruzione e una democrazia che non è mai decollata:  la liquefazione del governo afgano è colpa delle “elezioni corrotte e rubate del 2009” e dell’Onu che ha ignorato quella “frode”.

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E’ la tesi del politologo ed ex inviato speciale per le Nazioni unite in Afghanistan Peter Galbraith che spiega che “il caos è la conseguenza di un catastrofico fallimento dell’intero progetto”.

Il governo sostenuto dall’Occidente non è durato nemmeno fino al ritiro delle truppe. La colpa per Galbraith è della corruzione. “Quando rubi le elezioni con la frode – spiega – poi sei capace di rubare di tutto. Anche Obama decise di credere all’Onu, e decise di ignorare la frode elettorale. E così si è creato un modello di comportamento corrotto a tutti i livelli di governo. Anche la polizia era corrotta”.

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E così “nei villaggi c’era totale e feroce diffidenza verso il governo centrale”, un contesto che secondo l’esperto ha spianato la strada ai talebani: “Pian piano, capillarmente, il governo centrale ha perso autorità e i Talebani l’hanno riconquistata” Per Galbraith un G20 straordinario sul tema, come proposto dall’Italia, è “un’ottima idea”.

E per contenere la minaccia terroristica è bene coinvolgere Mosca e Pechino: “La Russia e la Cina possono fare molto su quel fronte”.

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