Chi è Serghei Surovikin, il generale accusato di corruzione e brutalità con cui Putin vuole sconfiggere l'Ucraina

Serghei Surovikin è l'uomo a cui il presidente russo si affida per assolvere i compiti più complicati. E certamente, risollevare le sorti della campagna militare in Ucraina oggi non appare tra i più semplici, dopo la disfatta di Kharkiv e le recenti sconf

Chi è Serghei Surovikin, il generale accusato di corruzione e brutalità con cui Putin vuole sconfiggere l'Ucraina
Sergei Surovikin e Putin
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8 Ottobre 2022 - 19.45


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Un macellaio dai metodi brutali e spicci. Caratteristiche che piacciono molto a Vladimir Putin» Serghei Surovikin è l’uomo a cui il presidente russo si affida per assolvere i compiti più complicati. E certamente, risollevare le sorti della campagna militare in Ucraina oggi non appare tra i più semplici, dopo la disfatta di Kharkiv e le recenti sconfitte nel sud. Per il colonnello generale Serghei Surovikin la responsabilità sarà ancora maggiore, visto che con la sua nomina per la prima volta dall’inizio dell’offensiva la Difesa di Mosca ha annunciato ufficialmente il nome del suo comandante nel conflitto.

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Per rispondere alle recenti dure critiche interne dei falchi dell’esercito, a partire dal leader ceceno Ramzan Kadyrov, lo zar punta ora sul `generale Armageddon´, come lo chiamano gli esperti militari a Mosca. «Da trent’anni bersaglio di accuse di corruzione e brutalità», ha ricordato l’intelligence britannica, Surovikin arriva alla guida dell’offensiva con un curriculum militare ricco e controverso.

Secondo gli 007 di Londra, già in estate aveva iniziato a scaldare i motori con la nomina a capo del Raggruppamento delle Forze Meridionali al posto del generale Alexander Dvornikov, dopo essere stato per quasi cinque anni alla guida delle forze aerospaziali russe. Un periodo durante il quale ha anche ricoperto per diversi mesi – e più a lungo di tutti i suoi colleghi – il posto di comando delle operazioni dell’esercito in Siria, con importanti risultati nella lotta contro le milizie ribelli e i gruppi jihadisti, strappando diverse roccaforti all’Isis. A testimonianza del suo ruolo centrale, alcune immagini lo ritraggono accanto a Bashar al Assad e ai ministri della Difesa di Russia e Siria, in una missione che gli è valsa il riconoscimento di Eroe della Federazione russa.

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Originario di Novosibirsk, in Siberia, 56 anni tra pochi giorni, ha iniziato la carriera da ufficiale a 22. Dal conflitto in Tagikistan alla seconda guerra cecena, vanta trascorsi da protagonista in alcune delle più feroci iniziative militari della storia russa recente. La sua ascesa nei primi anni Duemila è iniziata parallelamente a quella di Putin, con incarichi di comando dalla Cecenia al quartier generale delle forze armate a Mosca, dagli Urali alle stanze del ministero della Difesa, dove è stato responsabile dell’organizzazione della polizia militare. I media gli attribuiscono in particolare la capacità di far registrare un basso numero di perdite tra i suoi uomini impegnati in combattimento. Tra il 2013 e il 2017 è stato comandante del distretto militare orientale. Lo scorso anno, poi, gli è stato conferito il grado di generale.

Prima dei successi agli ordini di Putin, nel passato di Surovikin ci sono molti punti oscuri. Nel caos seguito al collasso dell’Unione Sovietica, il generale è finito per due volte indagato: la prima nell’agosto 1991 durante il fallito golpe a Mosca, quando rimase nel penitenziario di Matrosskaya Tishina per sette mesi con l’accusa di aver ucciso tre manifestanti alla guida di una colonna di blindati, da cui uscì indenne e con una promozione; la seconda nel 1995, subendo prima una condanna a un anno di libertà vigilata per traffico di armi e munizioni senza autorizzazione, seguita da una completa riabilitazione con il ritiro delle accuse. Nel suo curriculum ci sono anche episodi di violenza tra commilitoni, da cui ancora una volta è uscito con la fedina intonsa. Nel marzo 2004 venne accusato di aver picchiato il tenente colonnello Viktor Chibizov, mentre il mese dopo il colonnello Andrei Shtakal si sparò un colpo di pistola davanti a lui dopo alcune sue presunte critiche. Ombre che non ne hanno oscurato la successiva carriera militare. Fino alla nomina annunciata oggi, su cui lo zar scommette tutto per rovesciare le sorti di un conflitto sempre più decisivo anche per le sue.

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