Ragazzi e non mandati allo sbaraglio con una preparazione minima e per una invasione frutto dell’imperialismo neo-zarista di Vladimir Putin.
Duemila reclute sono arrivate a Kherson, in Ucraina, per «reintegrare» le file dell’esercito russo a causa delle «perdite» subite durante il conflitto.
Lo ha reso noto lo Stato maggiore delle forze di Kiev in un comunicato su Facebook. «Secondo le informazioni disponibili, sono arrivate fino a 2mila persone, nel quadro della mobilitazione russa nel territorio temporaneamente occupato della regione di Kherson, per reintegrare le perdite e rafforzare le unità sulla linea del fronte», ha riportato lo Stato maggiore.
L’Ucraina minaccia Mosca di «colpire ancora più duramente» se la Russia distruggerà la diga idroelettrica vicino Kherson, provocando una drammatica inondazione. A dirlo su Twitter è il capo dell’ufficio di presidenza ucraino, Andriy Yermak, sottolineando che l’Ucraina non accetterà mai «una pace sotto coercizione».
«I terroristi russi stanno agonizzando. Il ricatto nucleare non funziona, ora cercano di spaventare tutti facendo saltare la centrale idroelettrica Kakhovska. Il loro obiettivo è farci negoziare alle loro condizioni. Ma non ce la faranno. L’Ucraina non soccomberà ad una pace sotto coercizione», ha twittato Yermak.
«C’è una risposta giusta al ricatto – ha aggiunto – Sanzioni più dure, de-occupazione dei territori, più armi e una posizione ancora più dura su ogni crimine russo. Non ci spezzeranno. Colpiremo ancora più duro».