Iron Beam contro i droni kakimaze: non è fantascienza ma il nodo della guerra in Ucraina

Il sistema “Iron Beam” per abbattere i droni kamikaze. Solo che quel sistema ce l’hanno gli israeliani. E gli ucraini lo vorrebbero acquisire.  E qui nasce il problema. 

Iron Beam contro i droni kakimaze: non è fantascienza ma il nodo della guerra in Ucraina
Iron Beam, il cannone laser
Preroll AMP

Umberto De Giovannangeli Modifica articolo

22 Ottobre 2022 - 19.13


ATF AMP

Il sistema “Iron Beam” per abbattere i droni kamikaze. Solo che quel sistema ce l’hanno gli israeliani. E gli ucraini lo vorrebbero acquisire.  E qui nasce il problema. 

Top Right AMP

Una storia senza happy end.

Ne scrive Oded Yaron su Haaretz: “L’Ucraina è interessata ad ottenere un’ampia gamma di sistemi di difesa aerea di fabbricazione israeliana e statunitense per sventare i crescenti attacchi russi alle città e alle infrastrutture elettriche ucraine. Secondo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, solo nell’ultima settimana l’esercito di Putin è riuscito a mettere fuori uso un terzo delle centrali elettriche ucraine.

Dynamic 1 AMP


Due giorni fa, il ministro degli Esteri ucraino ha inviato una richiesta ufficiale al ministero degli Esteri israeliano, chiedendo di acquistare immediatamente il sistema “Iron Beam (Light Shield)”, i missili Barak-8 e Patriot, i sistemi Iron Dome e David’s Sling e i missili Arrow. Gli ucraini sperano di contrastare il crescente utilizzo da parte della Russia di droni suicidi iraniani e i missili balistici che l’Iran sta per inviare alla Russia.
La richiesta sottolinea che l’impiego di droni e missili suicidi iraniani contro l’Ucraina “migliorerà i sistemi iraniani e la capacità dell’Iran di produrre armi offensive, intensificando al contempo le sue minacce contro Israele e il Medio Oriente”.


Fin dall’inizio della guerra, l’Ucraina ha chiesto a Israele di fornire a Kiev i sistemi Iron Dome, per aiutare il Paese ad arginare l’attacco aereo della Russia. Dato il suo successo senza precedenti nell’intercettare migliaia di razzi nelle recenti ostilità a Gaza, Iron Dome può effettivamente offrire protezione contro razzi e droni, ma ogni batteria copre solo un’area relativamente piccola. Per proteggere le città e i siti strategici di un grande Paese come l’Ucraina, sono necessarie molte batterie. Inoltre, il sistema è efficace per brevi distanze e non può offrire protezione contro l’aviazione russa o contro missili terra-superficie sparati da una distanza molto maggiore. Oltre a Israele, solo gli Stati Uniti possiedono attualmente il sistema Iron Dome, prodotto da Rafael Advanced Defense Systems in collaborazione con Raytheon Technologies. Due batterie sono state consegnate due anni fa e sono state testate con successo in diversi scenari, tra cui l’intercettazione di missili da crociera e droni. Nonostante i risultati positivi, l’esercito americano non sta impiegando il sistema e ha puntato su tecnologie concorrenti. Anche i Marines statunitensi hanno condotto con successo un lancio di Iron Dome, combinato con l’uso di sistemi americani per il tracciamento, il controllo dei missili e il controllo del fuoco.


Interrogato sulla richiesta dell’Ucraina a Israele, il portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale, John Kirby, ha riconosciuto che il Dipartimento della Difesa sta “esaminando con attenzione ciò che è nella sfera delle possibilità”, pur sottolineando la decisione “sovrana” di Israele su come rispondere a tali richieste e che può fare ciò che vuole per preservare la propria sicurezza nazionale “senza giudizio”. L’ambasciatore ucraino in Israele, Yevgen Korniychuk, ha rivelato pubblicamente la scorsa settimana che Kiev è molto interessata ai missili Barak, prodotti dalle industrie aerospaziali israeliane. “Per un buon ombrello difensivo è necessario Iron Dome per le gittate brevi e Barak per le gittate medie e lunghe”, ha dichiarato. I missili Barak sono stati sviluppati in collaborazione tra Rafael e le Industrie Aerospaziali per proteggere le navi da missili antinave (durante la Seconda guerra del Libano, Hezbollah ha colpito una nave israeliana con un missile cinese 802-C sparato dalla costa, mentre i sistemi di difesa della nave erano spenti). Da allora sono stati sviluppati modelli migliorati. Il Barak-8 è stato prodotto in collaborazione con l’India. Esiste una versione terrestre e una navale, di cui l’Ucraina è interessata alla prima. Questo missile offre protezione a navi e impianti di gas, oltre che ad asset strategici a terra, e può essere utilizzato contro missili da crociera veloci, missili balistici, aerei e droni, per un raggio d’azione di decine di chilometri. Il Barak-ER (extended range) può intercettare bersagli a 150 chilometri di distanza. Lo scorso giugno, i missili Barak, nel loro primo impiego operativo, hanno abbattuto due dei tre droni lanciati da Hezbollah contro le piattaforme di gas di Israele. Il terzo drone è stato abbattuto da un jet dell’aviazione. Il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo ed ex presidente del Paese, Dmitry Medvedev, ha avvertito questa settimana Israele di non fornire alcun equipaggiamento militare all’Ucraina. “Sembra che Israele intenda fornire armi al distretto di Kyiv. Sarebbe una mossa molto avventata che distruggerebbe le relazioni diplomatiche tra Russia e Israele”, ha dichiarato. Il Ministro della Difesa Benny Gantz ha chiarito mercoledì che Israele non fornirà armi all’Ucraina. L’establishment della Difesa si oppone fermamente al trasferimento di sistemi di difesa aerea all’Ucraina, per evitare che ciò comporti una mossa russa reciproca in Siria. Oltre alla marina israeliana, gli unici altri Paesi che attualmente utilizzano i sistemi Barak-8 sono l’India, che li utilizza per l’esercito, la marina e l’aeronautica, e l’Azerbaigian, che ha già intercettato un missile balistico russo lanciato dall’Armenia nell’ultimo round di ostilità tra questi Paesi. Il Marocco ha firmato un accordo per l’acquisto del sistema e anche gli Emirati Arabi Uniti lo vogliono fortemente. La Reuters ha riportato che oltre all’acquisto del sistema di difesa aerea Spyder, gli Emirati Arabi Uniti hanno già acquistato un sistema anti-drone da Israele.

Dynamic 1 AMP


Le possibilità che l’India fornisca questi sistemi all’Ucraina sono minime, date le sue calde relazioni con la Russia. L’India non ha aderito alle sanzioni contro la Russia e ha raddoppiato le importazioni di petrolio da quel Paese. L’Ucraina è un alleato dell’Azerbaigian e un importante fornitore di armi a Baku, ma anche dopo il sostanziale indebolimento di Putin in seguito all’invasione dell’Ucraina, è improbabile che il Presidente Aliyev sfidi direttamente Putin inviando all’Ucraina un sistema che potrebbe avere un impatto strategico sulla guerra. In ogni caso, ciò non può avvenire con l’approvazione di Israele. Le richieste dell’Ucraina includono il sistema Iron Beam per intercettare missili, droni e proiettili d’artiglieria utilizzando un raggio laser; il David’s Sling, il sistema di difesa a medio raggio destinato a intercettare missili antimissile a una distanza di 70-300 chilometri; e il sistema Arrow per la protezione contro i missili balistici a lungo raggio come lo Scud e lo Shehab.


L’Iron Beam è ancora in fase di sviluppo, anche se Israele ha riferito di aver effettuato prove con successo. Il David’s Sling è stato utilizzato contro due missili siriani quattro anni fa, ma gli intercettori sono stati distrutti prima di colpire il bersaglio. Il governo tedesco ha recentemente deciso di acquistare il sistema Arrow-3 da Israele, ma secondo un articolo di Yisrael Hayom, l’amministrazione Biden non ha ancora approvato l’accordo, poiché la maggior parte dei costi di sviluppo dell’Arrow sono coperti dagli Stati Uniti. L’Ucraina chiede a Israele anche il sistema Patriot Pac-3, prodotto dagli Stati Uniti, che viene utilizzato dall’Idf, ma il cui trasferimento all’Ucraina richiede l’approvazione americana”.

Così Yaron.

Dynamic 1 AMP

Il low cost russo

Così Pietro Batacchi, direttore di RID (Rivista Italiana di Difesa), tra i più autorevoli analisti militari italiani, il 18 ottobre nel  suo punto quotidiano; ”Dopo gli attacchi di ieri, stamattina i Russi sono tornati a colpire centrali e stazioni elettriche utilizzando presumibilmente droni suicidi – ovvero droni dotati di una testata integrata – di concezione iraniana come i più volti citati Shahed 136. Nel mirino ancora una volta Kiev (3 esplosioni), Dnipro (2 esplosioni), Zhytomyr e pure Kryvyi Rih. Gli attacchi hanno causato diversi blackout mentre, secondo il Presidente Zelensky, dal 10 ottobre sarebbe stato distrutto il 30% delle centrali elettriche ucraine.

Ormai da una decina di giorni i Russi hanno lanciato una campagna strategica contro le infrastrutture energetiche dell’Ucraina che ha un impatto certamente drammatico sulla popolazione civile, ma pure sulle operazioni militari. Basti considerare, banalmente, che l’energia elettrica alimenta in maniera significativa la logistica delle forze di Kiev: dai treni che trasportano truppe e materiali al fronte, ai servizi di basi e installazioni militari. Insomma, obbiettivi a carattere duale che, per esempio, nelle guerre del Golfo del 1991 e 2003 sono stati neutralizzati nei primi giorni di campagna aerea. A differenza degli Americani, e dei primi mesi di Guerra in Ucraina, Mosca utilizza però uno strumento a basso costo come i droni che si sta rilevando per il momento efficace. I risultati di questa campagna strategica low cost – che sta replicando su scala più ampia quanto fatto in questi anni dai ribelli yemeniti Houthi contro le infrastrutture strategiche saudite – dipenderanno da 2 fattori: quanti sistemi anti-drone dedicati l’Ucraina riceverà dall’Occidente, un primo lotto è già compreso in uno degli ultimi trasferimenti americani, e come questi verranno integrati nelle difese antiaeree di Kiev, e se i Russi potranno garantirsi non solo e non tanto la continuità delle forniture dall’Iran, ma se sapranno pure allestire in poco tempo una linea di produzione in casa. Quest’ultimo aspetto è rilevante poiché se la Russia dovesse in breve tempo acquisire la capacità di realizzare in house questi sistemi, considerando le dimensioni della propria industria (che non sono certo quelle delle officine artigianali di Hamas o dei ribelli yemeniti Houthi…), ne potrebbe sfornare centinaia il mese”, conclude il direttore di RID.

Dynamic 1 AMP

E questo sarebbe uno scenario da incubo per gli ucraini. Ecco perché l’Iron Beam è così importante. 

FloorAD AMP
Exit mobile version