Ucraina, il vescovo latino di Kiev: "Bombe russe senza sosta, Mosca non vuole il dialogo"

Il vescovo latino di Kiev-Zhytomyr, il salesiano monsignor Vitaliy Krivitsky parla della guerra in Ucraina

Ucraina, il vescovo latino di Kiev: "Bombe russe senza sosta, Mosca non vuole il dialogo"
Il vescovo latino di Kiev-Zhytomyr, il salesiano monsignor Vitaliy Krivitsky
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27 Novembre 2022 - 12.58


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Pace lontana in Ucraina ma per colpa di chi? I negoziati «li ha sollecitati anche il Papa. Ma la prima condizione dovrebbe essere un `cessate il fuoco´: basta bombe sulle città e sugli snodi strategici. Gli attacchi senza sosta mostrano che la Russia non vuole il dialogo». Lo afferma il vescovo latino di Kiev-Zhytomyr, il salesiano monsignor Vitaliy Krivitsky, in un’intervista ad Avvenire.

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«Giustamente Giovanni Paolo II condannava un certo `pacifismo ingenuo´ – sottolinea il presule -. Non è accettabile che una parte del territorio ucraino sia consegnato a Mosca. E il Cremlino ci minaccia con l’atomica anche attaccando la centrale nucleare di Zaporizhzhia che, quindi, rischia di trasformarsi in una bomba atomica».

Mons. Krivitsky ritiene «che Mosca non gradisca le parole forti del Papa contro questo conflitto. E i cristiani ucraini sentono il Pontefice al loro fianco. Tuttavia certa informazione ha cercato di mettere in evidenza solo alcune espressioni o gesti di Francesco che hanno creato sconcerto: dalla croce condivisa fra una donna ucraina e una russa durante la Via Crucis alle parole su Daria Dugina, la figlia dell’ideologo di Putin uccisa ad agosto e definita una `povera ragazza´». «Chi ascolta ogni giorno il Papa sa da che parte sta e che cosa pensa. E conosce tutto il bene che compie per il popolo ucraino. Allontanarci dal Pontefice significa fare l’interesse del nemico», dice.

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«Sappiamo che una parte del popolo russo è contraria all’invasione. Ma anche che la maggioranza sostiene le scelte del Cremlino – afferma ancora il vescovo -. La massiccia campagna di disinformazione ha fatto sì che non si sappia più che cosa sia la verità e dove stia. Tuttavia la Russia ha scelto anche di non cercarla».

«Ricordo ancora mio padre – racconta – che, durante il regime sovietico, accendeva la radio sulle stazioni clandestine dell’Occidente per avere un’altra voce, una voce che non fosse megafono della propaganda. Oggi il popolo russo dovrebbe fare la stessa cosa. Inoltre mi interrogo sulle atrocità commesse in Ucraina dai combattenti russi. Durante gli anni del bolscevismo indossavano il `budenovka´, l«elmo di panno’ con la stella rossa che indicava come non dovessero avere un pensiero proprio; adesso dovrebbero trovare il coraggio di ribellarsi a certi ordini spietati”.

Descrivendo la drammatica situazione nelle città ucraine, monsignor Krivitsky spiega tra l’altro che tutte le chiese della diocesi si stanno attrezzando con generatori diesel e stufe a gas per essere «rifugi a disposizione della popolazione in caso di emergenza». 

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