Una guerra di logoramento che, però, sta costando moltissimo anche alla Russia: uno studio dell’International Institute of Strategic Studies ha stimato che l’esercito russo ha perso in nove mesi di guerra circa il 40 per cento della sua flotta di carri armati. E, se si prende come riferimento il numero dei carri armati usati in combattimento, la stima sale al 50 per cento, il che ha costretto la Russia a intaccare i suoi stock di carri dell’epoca della guerra fredda ancora utilizzabili.
Invece, per quanto riguarda l’Ucraina, il numero di carri armati è stimato in aumento sia per l’utilizzo di carri catturati dai russi, sia per l’arrivo di pezzi di ricambio per i carri armati di era sovietica dai paesi occidentali alleati.
La guerra – secondo il presidente del think tank John Chipman, che ha presentato oggi il Bilancio militare 2022 dell’istituto – è stata “un fallimento politico e militare per la Russia” e pone dubbi “non solo sulla competenza del suo apparato militare e sulla sua massima leadership militare, ma anche sulla coesione del comando”.
Le stime dell’IISS si basano su fonti aperte, immagini da droni e satellitari e su osservazioni sul campo di battaglia fino alla conclusione di novembre.
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