Ecco cosa evidenzia la relazione annuale dell’intelligence al Parlamento, secondo la quale in quest’area sono stati registrati 31 attentati nel 2022. Nella relazione, l’intelligence tocca anche il tema del conflitto in Ucraina: “Per i russi una pausa operativa è essenziale per rigenerarsi e prepararsi a una guerra di lungo corso. Mosca cerca di sfruttare questo periodo di relativa stasi per riavviare le attività del complesso militare-produttivo russo che, pur restando significativo per capacità produttive, inizia a risentire dell’impatto delle sanzioni occidentali”. L’anno “si è chiuso anche con il riconoscimento da parte del presidente Putin delle difficoltà incontrate nel Donbass per contrastare le forze ucraine, segnale che, collegato alla proposta di ristrutturazione delle forze armate russe – con un incremento dell’organico totale fino a 1,5 milioni di soldati – conferma l’intento di proseguire il conflitto fino al conseguimento degli obiettivi cardine ricercati da Mosca”.
“Malgrado ampia parte della popolazione russa continui a sostenere l’operato del vertice russo, grazie alla pervasività della propaganda mediatica e della narrativa ufficiale, inizia a registrarsi una diminuzione dei consensi nei sondaggi pubblici, testimoniata anche dal numero di persone che lasciano il Paese”.
Improbabile ricorso della Russia all’arma nucleare
“L’attenzione dell’intelligence nazionale è elevata rispetto ai rischi di escalation collegati alla prosecuzione del conflitto, inclusa la minaccia dell’uso dell’arma nucleare da parte della Russia valutata al momento improbabile”.