Zelensky dice che la rivolta (poi rientrata) è solo l'inizio e le sue truppe attaccano a est

L'Ucraina ha annunciato che, approfittando della crisi in Russia, è stata lanciata un'ampia offensiva verso est, mirata a riconquistare i territori che sembrano improvvisamente più accessibili nel Donbass

Zelensky dice che la rivolta (poi rientrata) è solo l'inizio e le sue truppe attaccano a est
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24 Giugno 2023 - 21.23


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L’Ucraina ha annunciato che, approfittando della crisi in Russia, è stata lanciata un’ampia offensiva verso est, mirata a riconquistare i territori che sembrano improvvisamente più accessibili nel Donbass. Si prevede che questa operazione porti alla liberazione in poche ore di zone che erano state occupate dai filorussi fin dal 2014 nella Repubblica Popolare di Donetsk autoproclamata.

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La popolazione del Paese ha reagito con una miscela di stupore, speranza e desiderio di vendetta di fronte al deteriorarsi della situazione in Russia. Tuttavia, l’annuncio serale di Prigozhin sull’arresto dell’avanzata ha modificato le reazioni. In particolare, le reti televisive hanno trasmesso maratone informative durante tutta la giornata, sottolineando come la guerra si stia ritraendo come una lama nello stesso cuore russo. Il presidente Zelensky ha commentato immediatamente questa mattina, a caldo, affermando che “la debolezza della Russia è palese, su vasta scala.

Più a lungo la Russia mantiene le sue truppe e i mercenari sul nostro suolo, più caos, dolore e problemi avrà in seguito”. In precedenza, aveva condiviso su Twitter un breve messaggio sostenendo che “questo è solo l’inizio”, anche prima che i 25.000 mercenari della milizia ribelle Wagner prendessero l’autostrada per Mosca. Secondo Zelensky, “per troppo tempo la Russia ha mascherato la sua debolezza e la stupidità del suo governo con la propaganda. Ora c’è così tanto caos che nessuna menzogna può più nascondere la realtà”. Il presidente ucraino ha sostenuto che lo zar è ormai nudo.

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«Dirò in russo: l’uomo del Cremlino è ovviamente molto spaventato e probabilmente si nasconde da qualche parte, senza mostrarsi. Sono sicuro che non è più a Mosca. Chiama da qualche parte, chiede qualcosa da lì… Sa di cosa ha paura, perché lui stesso ha creato questa minaccia», ha aggiunto Zelensky in serata in un discorso alla nazione a coronamento della giornata-shock.

Per molti ucraini interpellati dai media, suscitano emozioni contrastanti le immagini della gente che corre terrorizzata nelle strade di Rostov sul Don, mentre i miliziani della Wagner prendevano il quartier generale che fino a questa notte era la sede del comando delle operazioni in Ucraina e la postazione avanzata dello stato maggiore russo. I civili impauriti evocano negli ucraini la sensazione che i russi, ingannati per anni dalla propaganda, stiano sperimentando sulla propria pelle cosa sia il terrore delle armi, della guerra.

Il nemico del nemico Putin non è però necessariamente visto come un amico a Kiev, piuttosto uno che stava già progettando tutto questo: fatti che non fanno sperare in un futuro troppo roseo, se anche si dovesse ammainare la bandiera del regime putiniano. Stride con la logica, secondo Kiev, il fatto che l’uomo che per settimane ha lamentato la mancanza di munizioni e di logistica stia ora marciando verso la capitale della Grande Madre Russia armata fino ai denti. Lo chef ed ex grande amico di Putin – questo il commento più comune dei media e dei politici ucraini – è in realtà un «mostro» creato dallo stesso potere putiniano per servirlo, che gli si è invece ribellato contro.

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«La ribellione della Wagner è una diretta conseguenza della guerra scatenata dal Cremlino, perché questo gruppo illegale è stato armato e preparato per l’aggressione contro l’Ucraina. Peccato che ora i guai siano ritornati alla Russia come un boomerang», ha commentato l’ascoltatissimo consigliere di Zelensky Mikhailo Podolyak.

E se a Kiev da moltissimi mesi ormai la vita sembra in superficie tornata al suo tran-tran quotidiano, se i campi di battaglia sembrano lontani e molta gente non fa più caso ormai ai frequenti allarmi aerei notturni, la scorsa notte la morte è tornata sulla stessa capitale ucraina. Tutte le bombe volanti lanciate dai russi (41 missili da crociera e due droni iraniani Shahed) sono state abbattute, ha rivendicato Kiev. Ma frammenti sono finiti su un condominio di molti piani nella capitale, uccidendo almeno tre persone, ferendone altre 8 e facendo crollare una porzione dell’edificio. 

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