La causa principale del bracconaggio di rinoceronti in Sudafrica è il Vietnam. A dirlo è il rapporto presentato dal Wwf a Ginevra, in occasione della riunione Cites, la convenzione inernazionale sul commercio delle specie in pericolo. Nel traffico illegale di parti di rinoceronte, come le corna, sono coinvolti addirittura molti diplomatici vietnamiti, che insieme a loro connazionali sono finiti in carcere.
Ma tra i Paesi che mettono in pericolo alcune specie animali, tra cui la tigre, c’è anche l’Italia. Gli oggetti in avorio ricavati dall’uccisione illegale di questi animali, finiscono nel nostro Paese passando per la rete di internet. “È un problema che è emerso anche nel nostro Paese con il furto in alcuni musei e il rischio che la criminalità arrivasse addirittura a uccidere animali negli zoo per impossessarsi dei loro corni”, ha detto Massimiliano Rocco, responsabile del Programma specie del Wwf Italia”.
Ma al primo posto resta comunque il Vietnam. “Il mercato del corno di rinoceronte vietnamita ha stimolato negli ultimi anni anche un traffico di corni rubati da musei o collezioni private”, ha riferito ancora Rocco. E nel rapporto sui legge che anche la Cina viene ripresa e invitata a migliorare i propri controlli per l’applicazione delle norme sul commercio dell’avorio, oltre che a dover comunicare ai propri cittadini in Africa, che chi verrà scoperto in questi traffici, rischierà pene severissime.
E ci sono Paesi però che cercano di combattere il mercato illegale di avorio. Come il Gabon, che lo scoro mese ha bruciato la sua riserva di avorio, così da assicurarsi che le zanne non tornino più nel commercio illegale.
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