L’innalzamento della temperatura della Terra, col conseguente effetto domino anche sulla regolarità delle piogge e di ogni agente atmosferico legato, potrebbe portare una drastica diminuzione della produzione di vongole, il mollusco che da sempre arricchisce le nostre pastasciutte. A dirlo è uno studio condotto dall’Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale (Ogs) e dal Centro internazionale di Fisica teorica di Trieste.
La ricerca è stata presentata alla conferenza “Cambiamenti climatici: ecosistemi marini e montani nella regione del Mediterraneo”.
Nel corso dello studio sono state effettuate una serie di sperimentazioni nella laguna di Venezia, esaminando diversi scenari sulle temperature attuali, ma anche quelle future, tra il 2071 e il 2100, quando i cambiamenti climatici potrebbero portare un aumento di almeno 4 gradi delle temperature terrestri.
“La simulazione relativa alla fine del secolo descrive una laguna più calda di 4 gradi, con una minore quantità di sostanze nutritive. Le nostre simulazioni indicano che la produttività sarà inferiore (con meno vongole e più piccole) così come diminuirà la finestra temporale ottimale per seminare i molluschi. Per quanto riguarda la stagione, sarà meglio seminarli in tarda estate o tardo inverno, anziché in primavera e inizio estate”, dice Cosimo Solidoro dell’Ogs, uno degli autori dello studio.
Inoltre, il cambiamento del regime delle piogge dovuto al diverso clima, inciderebbe sulle dinamiche connesse al nutrimento e sulla capacità del sistema stesso di sostenere la produzione di vongole veraci, che potrebbero essere non solo di meno, ma anche più piccole.
[url”[GotoHome_Torna alla home]”]http://www.globalist.it/[/url]
