India: in Gir con il leone

Il re della giungla non si trova solo in Africa. Dopo aver rischiato l’estinzione, il suo fratello minore si aggira ancora per la savane dell’India.

India: in Gir con il leone
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10 Settembre 2013 - 12.19


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di Luca Bracali

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Il Gujarat, la grande casa del leone

Terra di commercio, antichi templi e natura selvaggia, il Gujarat è uno stato tra i più floridi e meno conosciuti dell’India, dove antiche tradizioni sono affiancate dall’avanzare impetuoso di una frenetica modernità. Patria del grande [url”Mahatma Gandhi”]http://www.latitudeslife.com/2011/12/a-johannesburg-in-hotel-a-casa-di-gandhi/[/url], questa regione al confine con il Pakistan, piccola penisola a ovest della penisola indiana, è un agglomerato di monumenti strepitosi che si stagliano in una ruralità pacata, un intreccio di villaggi dove convivono etnie tribali e nomadi, popolazioni di fede hindu e jainista, mussulmani e cristiani. Sulla costa, una manciata di porti commerciali ha accolto secoli di ricchezze, lavoro, e soprattutto popoli che hanno costruito una storia, da leggere in un lungo susseguirsi di siti d’interesse religioso e culturale.

Oltre ai simboli del passato e a bianche spiagge che guardano l’oceano, a rendere attraente questa regione ci sono le foreste e i parchi naturali, meta privilegiata per gli amanti del safari. Ciò che rende il Gujarat famoso in tutto il mondo, infatti, è il leone asiatico (Panthera leo persica), un affascinante quanto raro animale originario di questa regione, classificato tra le specie più minacciate del mondo, i cui ultimi esemplari si trovano nel Gir Forest National Park, una riserva naturale situata nella parte meridionale della regione. Con le sue colline rocciose, i tanti fiumi circondati da macchie di fitta vegetazione e le vaste praterie, il parco è una delle più importanti aree protette in Asia, e l’unico luogo dove si può ammirare il leone asiatico.

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Tra gli altri animali che abitano questa oasi protetta, altri due sono registrati nel Libro Rosso dello IUCN delle specie in pericolo di estinzione. Si tratta del leopardo (Panthera pardus) e del coccodrillo di palude (Crocodylus palustris palustris), che sopravvive con alcuni esemplari nelle acque di un grande bacino presente nella zona centrale della riserva. Ma è il leone ad attirare nella foresta del Gir un turismo in continua crescita, con un indotto economico e occupazionale di grande interesse.

Dai tanti hotel, dai lodge e dai campi tendati partono ogni giorno processioni di fuoristrada per addentrarsi lungo i sentieri del parco, tra foreste aride di teak e di acacie, laghi, corsi d’acqua, radure e savane, nella speranza di avvistare il padrone della foresta. Non basta una giornata per vederlo: occorre pazienza per ammirare questo nobile predatore, magari sorprendendolo mentre caccia un cervo pomellato, quando riposa all’ombra di un albero o quando beve intorno a una pozza, chissà dove nel parco.

Il leone asiatico, re del Gir

È uno degli animali più epici e leggendari della storia, basti pensare che la Bibbia lo cita ben 157 volte e nei bassorilievi babilonesi è sempre lui il bersaglio preferito delle lance scagliate dall’avido e temibile Nabucodonosor. Un tempo il suo vasto areale di estendeva dall’India fino all’Europa centrale, in Grecia e persino in Italia, dove pare abbia vissuto nel pleistocene superiore, circa 20.000 anni fa. Lui, sua maestà il leone asiatico, oggi è confinato in una piccola porzione di terra del Gujarat, una regione a nord-ovest dell’India, non troppo distante dai confini del Pakistan. Cacciato, braccato e perseguitato, il leone asiatico, nei primi anni del ‘900 vacillava sulla soglia dell’estinzione: solo 13 esemplari erano sfuggiti alla caccia spietata dell’uomo e fu così che il Nababbo di Junagadh, nel 1910 dichiarò la sua definitiva tutela. La munificenza di quest’uomo dette avvio a un costante processo di ripopolamento di tutta l’area, in quella che era stata per anni una riserva reale di caccia, e secondo l’ultimo censimento, quello del 2010, ad oggi si contano ben 411 di questi splendidi animali, ben 52 in più rispetto al controllo del 2005.

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Sono le asciutte foreste di teak e di acacie il regno del leone asiatico recluso, ma non troppo, all’interno del parco di Gir, un areale di 1.400 kmq, che sconfina nel villaggio di Sasam. Il leone asiatico è uno dei cinque grandi felini dell’[url”India”]http://www.latitudeslife.com/tag/india[/url], ma è l’unico che vive e caccia in branco, mantenendo buone abitudini sociali, anche se ridotte alla presenza di due sole femmine, che si congiungono con gli altri membri solo per l’accoppiamento o per dividere una preda di grandi dimensioni. Rispetto al suo cugino africano, il leone asiatico è di poco più piccolo (circa 190 kg), ha la pelliccia di un colore più chiaro e sfoggia una criniera meno folta e più brunita.

Ma quali sono i punti deboli di questa specie così poco conosciuta, che un tempo divideva il suo territorio con tigri del Bengala, leopardi indiani e ghepardi asiatici? Il primo è un fattore genetico: sembra proprio che l’attuale popolazione derivi da solo 13 esemplari, con evidenti rischi nell’accoppiamento legati alla consanguineità. Questo fattore può ovviamente rendere i leoni più vulnerabili a malattie, dovute all’indebolimento del sistema immunitario, e meno fertili. Più facile è invece intuire il secondo problema: l’uomo. Che, se dopo un secolo ha imparato a non sparare al leone per cacciarlo, non ha ancora capito come lasciarlo in vita. Il problema reale è che nel parco di Gir vi sono molti villaggi[/b] e il parco stesso in realtà non ha confini. Gli abitanti di Sasam, che siano santoni hindu o contadini, non hanno affatto paura dei leoni e hanno imparato a conviverci, tanto da muoversi in mezzo alla foresta da soli, a piedi o in motorino. Ma al tempo stesso sono costretti a proteggere il loro bestiame, mandrie di pecore, bufali e vacche, oltre a dover irrigare campi e piantagioni. Vasti recinti elettrificati e innumerevoli pozzi d’acqua a cielo aperto si trasformano così in trappole mortali per i leoni, le uniche due cause di numerosi decessi.

Come in una fiaba o in un film d’avventura, l’interazione fra animali, uomini e ambiente a Sasan è possibile e imprevedibile. L’ultima sera in cui ho realizzato questo servizio mi trovavo a cena con il mio operatore video e un collega di National Geographic in un piccolo hotel, a una manciata di chilometri dal parco. Alle 20.30 un branco di dieci leoni (sei maschi e quattro femmine) è sceso ai margini di quel fiume su cui, poche ore prima, stavamo scattando immagini a un gruppo di donne che asciugavano i loro sari sotto un sole cocente. E nella loro sacralità tre vacche sono state uccise e sbranate, lasciando i resti a un leopardo, che è arrivato poco dopo, illuminato dalle torce dei contadini. A noi non è stato detto niente. Solo al mattino, dopo che qualcuno ha spifferato la notizia, abbiamo potuto riprendere i resti delle carcasse. La sera stessa coincideva con la nostra partenza, ma siamo pronti a scommettere che se quei leoni fossero scesi di nuovo a Sasam, difficilmente avrebbero fatto ritorno a Gir…

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[b]Foto di Luca Bracali Informazioni utili

Informazioni: Il Gir Forest Wildlife Sanctuary (o Sasan- Gir Forest Wildlife Sanctuary) occupa una superficie di 1412 kmq. A 390 km da Ahmedabad, in Gujarat.

Come arrivare: Aereo: da Delhi si atterra all’aeroporto internazionale di Ahmedabad, da dove occorrono 7-8 ore di guida, compresi gli stop. Da Mumbai all’aeroporto di Diu, 112 km. Treno: Da Delhi e Mumbai ci sono treni per Rajkot a 164 km dal parco (2 ore di guida, oppure altro treno). Da Ahmedabad i treni raggiungono Junagadh, a 60 km o Veraval, a 40 km dal Gir, entrambe a circa un’ora di guida. Altri treni collegano Sasan, Junagadh e Veraval.

Quando andare – Clima: il periodo migliore è da dicembre a marzo, ma lo sanno in molti e quindi è un periodo affollato. Gli avvistamenti dei leoni e della fauna in generale, sono più facili nel periodo marzo – maggio, quando fa più caldo ed escono a bere.

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Apertura: il parco è aperto da metà ottobre a metà giugno. Sono organizzati 3 safari al giorno: la mattina alle 6.30 e alle 9 e il pomeriggio alle 3. La Gir Interpretation Zone che dà informazioni sul parco è aperta tutti I giorni tranne il mercoledì dalle 8.00 alle 11 e dalle 3 al tramonto.

Ingresso: il costo per auto, fino a 6 occupanti, dipende dal giorno della visita: gli stranieri pagano 40 US$ (2200 Rp.) durante la settimana, 50 (2750 Rp.) il weekend e 60 (3300Rp.) durante le feste (Natale, Diwali, ecc). A parte si deve pagare la guida (100 rupie = 1,5 €) e l’affitto della jeep (1300-1500 Rp. = 18.5 – 21 €).

L’ingresso alla Gir Interpretation Zone costa 20US$ (1100 Rp.). Anche se i prezzi sono espressi in dollari, si deve pagare in Rupie. Attenzione: vengono rilasciati solo 150 permessi al giorno, metà dei quali riservati da chi ha prenotato in anticipo o è alloggiato presso un hotel registrato, che procura il biglietto a un costo extra.

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Suggerimenti: I safari migliori sono i primi del mattino, quando con la temperatura più fresca, i leoni sono più attivi, mentre passano il resto del giorno dormire. Da evitare possibilmente periodi di vacanza e weekend per la folla e le tariffe più alte. Se siete in un gruppo, per prima cosa occupatevi della scelta della jeep che può essere affittata da hotel, guesthouse o dalla reception del parco dove dovete pagare anche l’ingresso. Se siete soli cercate un posto libero e dividete la cifra con gli altri passeggeri. Se non si ha prenotato, meglio presentarsi alla biglietteria molto tempo prima dell’apertura, per evitare lunghe code o addirittura di restar fuori, specialmente nei weekend e nelle feste. La biglietteria per il safari delle 6.30 apre alle 6 ma la coda si forma dalle 4 e, durante i giorni di festa più affollati, addirittura da mezzanotte. Ci sono otto piste all’interno del parco, che il computer assegna a caso con ogni permesso.

Link utili: [url”Gir Forest Wildlife Sanctuary”]http://www.girnationalpark.com/[/url]; [url”Possibilità di alloggio nel parco”]http://goindia.about.com/od/wildlife/p/Gir-National-Park-Travel-Guide.htm[/url];[url”Sito ufficiale del parco di Gir (Gujarat Tourism)”]http://www.gujarattourism.com/showpage.aspx?contentid=99&webpartid=1406&lang=English/[/url]

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