Tramonti d’Africa: a Watamu il sole ha mille sfumature infuocate

Basta guardare una foto di un tramonto d'Africa per percepirne lo spettacolo, ma vederlo di persona riempie il cuore

Tramonti d’Africa: a Watamu il sole ha mille sfumature infuocate
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12 Febbraio 2015 - 10.00


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di Francesca Spanò | @francynefertiti

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Trascorri l’intera vita a cercare un significato in tutto quello che senti, ti poni domande esistenziali di una certa importanza, fino a quando ti ritrovi in viaggio in Africa e ti accorgi quanto sia vero il rischio di “ammalarsi” della mancanza di tutte le sue suggestioni. A cominciare dai tramonti infuocati, piuttosto noti. Tutto all’improvviso si colora di rosso e giallo intenso, la luce si accende letteralmente sulla savana carica di animali in cerca di un angolo di ombra e il crepuscolo, si fa strada prepotentemente.

Pochi minuti che sembrano fermare il tempo, anche se ci si trova tra turistiche destinazioni come la classica Malindi o Watamu, circondati da cristalline acque. Il suo litorale è enorme e soggetto al fenomeno delle maree per cui non sempre facilmente balneabile, ma quando il sole si fonde con l’orizzonte blu, quasi ad “inzupparsi” di quella distesa salmastra, anche l’animo meno sensibile si inebria di profumi e gradazioni cromatiche circostanti. Tutti i sensi vengono sollecitati. In nessun altro luogo del mondo come in [url”Africa”]http://travelglobe.globalist.it/Detail_News_Display?ID=75555[/url], i tramonti sono così belli, ma tra il Kenya e la Tanzania, lo sono ancora di più. Il momento è speciale, anche perché quando il sole inizia a lasciare il posto alla sera, i turisti vanno via e quel cicaleggio di voci si trasforma in silenzi. Poesi e comunione totale con la natura.

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PICCOLI ANGOLI DI PARADISO NON SOLO AL CALAR DELLA SERA

A Watamu, in particolare, ci sono alcune tra le spiagge più belle di tutto il Kenya. Una delle più famose, carica di hotel di famosi brand internazionali, si chiama addirittura Sardegna 2 e non è un caso. L’accesso al litorale, comunque, è libero anche se non si pernotta in resort, ma bisogna schivare le attenzioni dei “beach boys” pronti a vendere qualunque tipo di mercanzia con una certa insistenza. Si tratta di giovani che hanno scelto un lavoro alternativo: andare a “caccia” di turisti proponendo loro tour nella savana, la possibilità di provare la tipica acconciatura fatta di treccine o ancora, creme solari, quadri realizzati a mano e prodotti per la cura della pelle.

In lontananza anche le canoe locali sembrano toccare l’orizzonte e scomparire con quel sole pronto a ritornare dopo qualche ora. Ogni volta è lì, puntuale a dare spettacolo, a ricordare che l’uomo può inventare di tutto, ma mai sostituire o superare la perfezione della natura. Arriva, dunque, la notte scura a rendere nero un tratto di Oceano Pacifico e le stelle illuminano il cammino di viaggiatori che hanno toccato queste terre dove molti italiani giungono in vacanza, ma che non ha mai perso davvero il suo spirito primordiale e selvaggio e per questo rallegra il cuore.

© TravelGlobe RIPRODUZIONE RISERVATA

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