Ansia e mal di pancia da primo giorno di scuola per un milione e mezzo di studenti

Un piccolo esercito dai 5 anni in poi si troverà a fare i conti nei prossimi giorni con mal di pancia, mal di testa, insonnia, stomaco chiuso e irritabilità.

Ansia e mal di pancia da primo giorno di scuola
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10 Settembre 2017 - 15.50


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“Sono i sintomi dell’ansia da primo giorno di scuola, un problema che può facilmente riguardare 1,6 milioni di alunni italiani che cambiano ciclo scolastico”, spiega  Italo Farnetani, ordinario alla Libera Università Ludes di Malta. “Si tratta dei bambini e ragazzi che frequenteranno prima elementare, prima media e prima superiore, e che quest’anno si trovano a cambiare insegnati, compagni e perfino istituto scolastico”.

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“I bambini sono tendenzialmente conservatori, un simile cambiamento è normale che metta un po’ di ansia. Un problema che, in genere, si supera entro 3 settimane”, dice il pediatra. Ma l’ansia da primo giorno può riguardare anche gli altri studenti, “quei 5,5 mln di alunni che stanno completando il loro ciclo scolastico e che non si trovano ad affrontare una discontinuità. In questo caso – precisa Farnetani – si tratta di una sorta di sindrome da rientro che, proprio come accade normalmente per gli adulti che tornano al lavoro dopo un periodo di ferie, si supera in pochi giorni. In genere nebastano cinque per riadattarsi ai ritmi scolastici, grazie anche al fatto di ritrovare i compagni di classe”.

I genitori, dunque, sono avvisati: “E’ normale imbattersi la prossima settimana in bambini e ragazzi un po’ più ansiosi del solito, irritabili, con poco appetito o che lamentano mal di pancia e persino dolori agli arti. Quelli che un tempo venivano chiamati ‘dolori della crescita’ – dice Farnetani – non sono altro che l’equivalente dell’emicrania da rientro a scuola”.

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“I problemi più comuni – prevede l’esperto – saranno proprio quelli legati al sonno e alla mancanza di appetito. Il consiglio – conclude il pediatra – è quello di parlare con il bambino, farsi spiegare cosa lo preoccupa e tranquillizzarlo il più possibile. Se però questi disturbi non si risolvono entro qualche giorno, può essere utile segnalarli al pediatra”.

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