Le impronte di un gruppo di bambini vissuto sulla terra 700.000 mila anni fa sono rimaste conservate nel fango di uno stagno, accanto ai resti fossilizzati di un ippopotamo. È la straordinaria scoperta di un gruppo di ricercatori italiani dell’università di Cagliari, coordinati dalla dottoressa Margherita Mussi, avvenuta nel sito archeologico di Melka Kunture, in Etiopia.
Dalle impronte i ricercatori sono stati in grado di capire che il più piccolo del gruppo di 3 bambini non camminava, ma era in piedi e si dondolava. Gli altri due, di età compresa tra i due e i tre anni, probabilmente si muovevano intorno ai genitori, impegnati a macellare l’ippopotamo, che avevano probabilmente appena cacciato. Si tratta di un vero e proprio ‘ritratto di famiglia preistorica’, il primo dove sono presenti dei bambini.
Si trattava di una famiglia appartenenti alla specie di Homo heidelbergensis, un antenato in comune tra noi e i neandertaliani. Dalla scoperta è possibile dedurre che i bambini, in quel gruppo, seguivano i genitori anche nelle situazioni più pericolose, come ad esempio la caccia.
Il sito di Melka Kunture è molto ricco di reperti grazie alle ceneri di un vulcano poco distante che si sono depositate al suolo, conservando le impronte per 700.000 anni.