Le pitture rupestri più antiche al mondo si trovano in Spagna e sono opera dei Neaderthal, che le hanno impresse sulle pareti delle grotte di La Pasiega, Maltravieso e Ardales almeno 64.000 anni fa, 20.000 anni prima della comparsa dell’Homo Sapiens.
Nel sito sono state ritrovate anche le conchiglie usate per mescolare i colori, reperti che risalgono addirittura a 115.000 anni fa.
Si tratta di una scoperta che riscrive la preistoria ed è stata pubblicata sulle riviste Science e Science Advances in due ricerche coordinate dall’Istituto tedesco Max Planck e parlano anche italiano, grazie al contributo dell’università di Trento.
Le scoperte “riscrivono il nostro punto di vista sulla preistoria antica, perché indicano che l’uomo è diventato ‘umano’ prima di quanto immaginato” ha detto all’ANSAil geoarcheologo Diego Angelucci, dell’Università di Trento, fra gli autori della ricerca pubblicata su Science Advances.
Dipinti e conchiglie indicano infatti che questi cugini dell’uomo avevano un’arte e capacità simbolica. A lungo, ha aggiunto, “abbiamo immaginato i Neanderthal come esseri con caratteristiche inferiori rispetto ai Sapiens”, ma “stiamo vedendo che erano più sofisticati di quanto si credesse”.
Finora, infatti, l’arte rupestre è stata attribuita solo agli uomini moderni. I dipinti delle grotte spagnole La Pasiega, Maltravieso e Ardales sono straordinari: colorati in nero e ocra, raffigurano gruppi di animali, punti e segni geometrici e impronte delle mano. In una quarta grotta, Cueva de los Aviones, le conchiglie usate per mescolare i colori hanno conservato tracce degli ossidi di ferro con cui si otteneva l’ocra.