Il riscaldamento globale ha ridotto il letargo degli orsi, ed è un problema per tutti

Gli animali si svegliano affamati e si avvicinano sempre più agli insediamenti umani in cerca di cibo, dato che non trovano bacche o salmoni visto il periodo

Un orso che dorme
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12 Maggio 2018 - 10.13


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L’equilibrio della natura è perfetto, ma l’influenza dell’uomo lo devasta continuamente, checché ne dicano i trumpisti e i negazionisti del riscaldamento globale: l’aumentare delle temperature degli ultimi anni è un problema per tutti e, a quanto pare, anche per gli orsi della Val Brembana, che non riescono più a rimanere in letargo. 

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È un problema che riguarda tutti, gli orsi e noi: infatti, svegliandosi prima dal sonno (quest’anno il loro letargo è finito a febbraio, con temperature che hanno toccato i 17 gradi, quando di solito il loro sonno dura fino a primavera) gli orsi sono affamati, ma la stagione non consente loro nè di cacciare salmoni nè di nutrirsi di noci e bacche. Il risultato è che le greggi dei pastori della Val Brembana sono in costante pericolo e anche l’uomo stesso potrebbe incappare in questi animali, che rimangono selvatici e pericolosi. 

Infatti, la carenza di cibo spinge gli orsi sempre più vicino agli insediamenti umani, alla ricerca di rifiuti. 

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L’orso inoltre sta sviluppando una dipendenza da mais, usato dai cacciatori per attirare i cinghiali ma mangiato anche da altri animali La facilità con cui riesce a reperire questo cibo, oltre al caldo che nei mesi estivi fa crescere le bacche per molto più a lungo, rendono l’animale svogliato e meno selvatico e non gli danno la spinta per cacciare salmoni, fonte di cibo più difficile da reperire ma più nutriente. 

La mancana del grasso dei salmoni toglie peso agli animali, che non hanno poi energie per allattare i cuccioli o per conservarsi in forze durante il letargo, che si accorcia ancora di più creando un circolo vizioso. 

 
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