Forse non l’endorsement più aspettato, ma comunque getta una luce su un aspetto della questione della nuova legge sul copyright che in pochi avevano considerato. Perché, come fa sapere Rocco Siffredi, “per il mondo del porno la notizia è top: questa direttiva può fermare il saccheggio del porno”.
Con la normativa, in sostanza, le piattaforme di condivisione dove gli utenti caricano contenuti dovranno vigilare che non sia violato il diritto d’autore appunto su questi contenuti, senza distinzioni di materia. “Questi siti sono il problema maggiore che abbiamo perché riducono drasticamente gli introiti di chi produce video hard – spiega Siffredi – ormai si guadagna solo grazie a quegli ‘affezionati’ a questa o quella star del porno che sono disposti a pagare un abbonamento, di solito fra gli 8 e i 10 dollari al mese, per accedere ai siti dove c’è tutta la loro produzione a disposizione, con immagini di qualità. Sui siti di condivisione ci sono video parziali, spezzoni, materiale di fatto rubato e spesso di bassa qualità tecnica. Anche solo la paura di grane legali può ridurre questo genere di ‘furti'”.
“Ormai i guadagni sono talmente bassi che si producono sempre meno film pornografici strutturati – sottolinea Siffredi – e si realizzano sempre più video di pochi minuti, senza neanche una parvenza di storia. Solo chi lavora da molti anni, chi ha investito e ha studi propri come nel mio caso, riesce ancora a realizzare dei veri film. Per chi inizia ormai è difficilissimo”.