La domanda è sempre quella: quanto resiste il Coronavirus sugli oggetti e sulle superfici. Fermo restando che è sempre bene pulire e igienizzare le nostre case, la preoccupazione di molti è che, in quelle rare volte in cui usciamo di casa per fare la spesa o altri bisogni necessari, si rischi di prendere il virus e di portarlo in casa con noi, nonostante le mille precauzioni.
Purtroppo il rischio c’è, ma per quanto riguarda la resistenza del virus sulle superfici, uno studio americano spiegato da Roberto Burioni e Nicasio Mancini sul sito Medical Facts spiega che i materiali più inospitali sono risultati il rame e il cartone, mentre per un completo azzeramento dell’infettività sulla plastica ci vogliono ben 72 ore.
“In ogni caso, e a maggior ragione – sottolineano i due esperti – noi continuiamo con il solito mantra: isolamento sociale (nostro), massima igiene delle mani e delle superfici (ricordiamo che il virus è completamente inattivato da acqua e sapone e da altri detergenti) e evitiamo di toccarci (e farci toccare) il viso. Avremo modo di rifarci quando tutto questo sarà finito”.
“La recentissima comunicazione presentata da colleghi statunitensi – spiegano, precisando che si tratta di dati ancora preliminari e da confermarsi con altri esperimenti – ha valutato non solo la capacità del virus di permanere nel tempo su varie tipologie di superfici ma, cosa ancora più importante, ne ha valutato la conseguente capacità di infettare. Questo è molto importante, in quanto confermerebbe come un modo importante di trasmissione del virus sia quello ‘indiretto’ attraverso le nostre mani. Tocchiamo superfici contaminate e, inavvertitamente, ci infettiamo portando le mani alla bocca, nel naso o negli occhi”.
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