Come è stato fatto al tempo della discussione su celibato, adesso la destra clericale tenta di utilizzare ancora Benedetto XV come clava contro la Chiesa di Francesco.
Così è emerso che il Papa emerito Ratzinger ha parlato di crisi della società contemporanea paragonando al “matrimonio omosessuale” e l'”aborto” al “potere spirituale dell’Anticristo”.
Frasi riportate in una nuova biografia scritta dal suo amico giornalista Peter Seewald, ‘Ein Leben’ esce domani, mentre per la versione italiana e inglese occorrerà aspettare l’autunno, con una intervista dal titolo ”Le ultime domande a Benedetto XVI” e che, come nel libro di Sarah, propone ai lettori un verbo che scalda gli animi dell’ala conservatrice della Chiesa, quella parte che gli è rimasta fedele anche dopo la rinuncia dell’11 febbraio 2013.
Le parole di Ratzinger sono state anticipate ieri dal sito americano conservatore LifeSiteNews, lo stesso che in questi mesi ha diffuso le uscite anti-Francesco dell’ex nunzio a Washington Carlo Maria Viganò, attacca a testa bassa l”ideologia dominante’ nella società e opponendosi alla quale, spiega, si è scomunicati. Si percepisce, nel suo dire, l’eco del testo di un anno fa dedicato alla pedofilia, con quella condanna delle aperture iniziate nel ’68, l’incipit a detta sua del decadimento morale della società e di una crisi irreversibile della Chiesa. Il nemico è sempre il medesimo: la rivoluzione degli anni Sessanta-Settanta.
“Cento anni fa – afferma Benedetto – tutti avrebbero considerato assurdo parlare di un matrimonio omosessuale”. Mentre oggi, dice, si è scomunicati dalla società se ci si oppone. E, scrive ancora il quotidiano, lo stesso vale per “l’aborto e la creazione di esseri umani in laboratorio”. E ancora: “La società moderna è nel mezzo della formulazione di un credo anticristiano e se uno si oppone viene punito dalla società con la scomunica. La paura di questo potere spirituale dell’Anticristo è più che naturale e ha bisogno dell’aiuto delle preghiere da parte della Chiesa universale per resistere”.
Resistere, contrapporsi all’ideologia dominante. Il nucleo del pensiero di Ratzinger non è nuovo, sottolinea ancora il quotidiano, tutto il suo pontificato ruotò attorno ai principi non negoziabili, una resistenza al mondo senza se e senza ma.
Ma il Papa emerito riflette anche su un’altra resistenza, quella subita durante il suo pontificato dall’interno della Chiesa, in particolare da parte della Curia romana. Dice: “I blocchi venivano più dall’esterno che dalla Curia. Non volevo semplicemente promuovere la purificazione nel piccolo mondo della Curia, ma della Chiesa nel suo insieme”.
Nel frattempo, gli eventi hanno dimostrato “che la crisi della fede ha portato anche a una crisi dell’esistenza cristiana”. Questo, continua, è ciò che il “Papa deve avere davanti ai suoi occhi”.
“La vera minaccia per la Chiesa e quindi per il ministero petrino non risiede in queste cose – continua il quotidiano citando le parole del Papa emerito – bensì nella dittatura mondiale di ideologie apparentemente umanistiche, contraddicendo le quali si resta esclusi dal consenso sociale di fondo”. I lupi, casomai, emergono nel trionfo della ideologia relativista, spiega, che tende ad escludere chi ha una concezione diversa da quella dominante: “L’inganno religioso supremo è quello dell’Anticristo — insiste — uno pseudo-messianismo mediante il quale l’uomo si glorifica al posto di Dio e del suo Messia”.