Massimo Galli: "In Italia molti casi sommersi, il numero dei contagi inizia a preoccuparmi"

L'infettivologo del Sacco di Milano: "Purtroppo i casi cominciano a salire e anche ,per ora di poco, anche i ricoveri in terapia intensiva"

Massimo Galli, direttore del reparto Malattie infettive dell'ospedale Sacco di Milano
Massimo Galli, direttore del reparto Malattie infettive dell'ospedale Sacco di Milano
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1 Agosto 2020 - 08.11


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Secondo il primario infettivologo del Sacco di Milano Massimo Galli non sarebbe vero che, come sostengono alcuni, i contagi di Coronavirus in Italia siano solo d’importazione. C’è anche molto sommerso nel paese, sostiene Galli: “Chiudere i confini implicherebbe danni molto grossi al turismo e non sarebbe affatto facile. Dobbiamo convivere con i contagi d’importazione. E consideriamo che ne abbiamo moltissimi sommersi anche all’interno del Paese”. 
“Rispetto alla seconda ondata, quando pensavamo bastasse chiudere i voli dalla e per la Cina, abbiamo imparato a fare i controlli e a scovare sul nascere i focolai. Quindi utilizziamo gli strumenti che abbiamo: la quarantena per chi arriva, i tamponi sui casi sospetti, il tracciamento dei positivi. Ora riusciamo a diagnosticare l’infezione molto prima”, sottolinea.
I numeri di contagi devono cominciare a preoccupare, secondo l’esperto: “Purtroppo cominciano a salire, per ora di poco, anche i ricoveri in terapia intensiva. Per questo – afferma – non dico di attuare interventi estremi come il blocco delle frontiere ma almeno utilizzare il massimo della prudenza, questo sì”.
Il rischio 500 contagi giornalieri è vicino: “Diciamo che il mio Ferragosto lo passerò al Lago Maggiore, cioè a un’ora e mezza dall’ospedale Sacco di Milano. Non mi posso proprio permettere di andare più lontano, i numeri parlano abbastanza chiaro”.

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