Vaccino antinfluenzale, l'esperto: "Importante per non confondere un raffreddore con il Covid"

Parla Stefano Vella, infettivologo e docente di salute globale all'Università Cattolica di Roma: "Se si mescolano le due pandemie, allora ogni caso di influenza sembrerà uno di Covid e viceversa".

Vaccino antinfluenzale
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11 Settembre 2020 - 13.34


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Stefano Vella, infettivologo e docente di salute globale all’Università Cattolica di Roma, nel tentativo di fare chiarezza sui falsi miti del vaccino antinfluenzale, ha ribadito l’importanza di fare il vaccino perché “se si mescolano le due pandemie, allora ogni caso di influenza sembrerà uno di Covid e viceversa”.
“Il vaccino” spiega Vella, “protegge dall’influenza ma ci sono tantissime sindromi simil-influenzali, parainfluenzali e diversi coronavirus che girano da anni e provocano i raffreddori. Per cui se uno fa il vaccino antinfluenzale, non prende l’influenza ma potrebbe prendere qualcosa di simile. Ma l’influenza – chiarisce Vella – si riconosce, ha sintomi precisi e funziona in un modo ben noto”.
Secondo il docente della Cattolica, dunque, “il vaccino antinfluenzale va fatto perché l’influenza è una malattia seria che oggi ha una mortalità più bassa rispetto al Covid dato che le persone più fragili vengono protette. Per questo motivo – sottolinea – le persone anziane e fragili devono fare anche il vaccino per lo pneumococco”.
L’infettivologo pone poi l’accento sulla necessità di ampliare la base vaccinale dei più giovani: “Non dobbiamo proteggere solo i nostri nonni dall’influenza, ma bloccare la circolazione del virus e questo si fa vaccinando più persone possibile. Sulle vaccinazioni antinfluenzali – annuncia poi in conclusione – stanno per uscire delle Linee guida del Ministero della Salute”.

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