Ricciardi: "Rischiamo 16mila casi al giorno, ecco sette armi contro il Covid-19"

Quali sono le armi a nostra disposizione per fermare l'avanzata del Covid-19 secondo il consigliere del Ministro della Salute

Walter Ricciardi
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8 Ottobre 2020 - 14.26


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“Se non ci muoviamo c’è il rischio di arrivare a 16mila casi al giorno”: questo l’allarme di Walter Ricciardi, consigliere del Ministro della Saluter per l’emergenza Covid-19. “Molto più” aggiunge, “del record toccato nei mesi di picco”. 
Ma “abbiamo sette armi per evitarlo – aggiunge Ricciardi – Eccole: distanza, mascherine, igiene delle mani, App Immuni, vaccino antinfluenzale, rafforzamento di terapie subintensive e pronto soccorso, e infine più test e tracciamento con i dipartimenti di prevenzione”. Sette armi in grado di frenare la corsa del virus nei mesi invernali.
Oltre ai tre pilastri anti contagio – distanziamento, mascherine e igiene delle mani – ci sono “altre cose che vanno fatte e hanno un diverso tipo di responsabilità: la prima è la vaccinazione antinfluenzale. Ci sono 18 milioni di dosi quest’anno in Italia, vanno somministrate nei Servizi di Igiene e Sanità pubblica, negli studi dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta. Una campagna che è importantissimo fare perché, come ha dimostrato l’Australia, se si fa la vaccinazione antinfluenzale e si adottano le misure anti Covid si bloccano entrambi” sottolinea Ricciardi. 
“Gli acquisti delle dosi di vaccini – ha puntualizzato l’esperto – li fanno le Regioni, lo Stato centrale può solo impegnarsi a dire: quando fate la produzione, considerate l’Italia come un Paese di 60 milioni di abitanti, ma non può intervenire nel comprarlo. Questo devono farlo le Regioni. Ed è chiaro che ancora una volta c’è un discorso differenziato per regione. Ci sono Regioni che hanno fatto un approvvigionamento non tempestivo – perché tempestivo non lo ha fatto nessuno – però adeguato. Faccio l’esempio del Lazio, che ha ordinato 2,4 milioni di dosi, oppure di altre Regioni come l’Emilia Romagna, la Toscana, il Veneto. La Lombardia è un caso un po’ a parte”.
“Però – ha evidenziato Ricciardi – i dati positivi sono che in questo momento l’Italia può contare sicuramente su 17,8 mln di dosi, rispetto ai 12 mln dell’anno scorso. Dosi che verranno distribuite a tutte le strutture vaccinali delle Asl, ai medici di medicina generale e in qualche caso anche ai pediatri di libera scelta. E ottobre è il mese in cui si comincia a vaccinare”.

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