Perché Francesco ricorda che il consumismo non è nella mangiatoia di Betlemme

Il Papa parla dell'annunciazione e dei tanti aspetti che non tutti conoscono. Del coraggio di Maria nell'accettare il concepimento e ricorda: "Il consumismo ha sequestrato il Natale"

Papa Francesco
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Riccardo Cristiano Modifica articolo

20 Dicembre 2020 - 17.41


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“Il consumismo ci ha sequestrato il Natale”: anche questa volta Papa Francesco riesce a riassumere in poche parole un dramma culturale che in queste ore molto difficili e dolorose attanaglia non solo l’Italia. E per rendere tutto ancor più chiaro ha aggiunto: “In questo tempo difficile, anziché lamentarci di quello che la pandemia ci impedisce di fare, facciamo qualcosa per chi ha di meno: non l’ennesimo regalo per noi e per i nostri amici, ma per un bisognoso a cui nessuno pensa.”
Ma il discorso di Francesco oggi, a pochi giorni dal Natale, non poteva che partire dal testo evangelico e quindi dal racconto dell’Annunciazione. Un racconto che tutti credono di conoscere, anche per le sue implicazioni. Eppure la forza del racconto di Francesco stupisce proprio perché centra quel che molto spesso si nasconde, non tanto sulle parole dell’Angelo, che dice a Maria, “Rallegrati, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù”. Dunque dov’è il punto che cambia la prospettiva per molti? Ha detto Bergoglio: “Sembra un annuncio di pura gioia, destinato a fare felice la Vergine: chi tra le donne del tempo non sognava di diventare la madre del Messia? Ma, insieme alla gioia, quelle parole preannunciano a Maria una grande prova. Perché? Perché in quel momento ella era «promessa sposa». In tale situazione, la Legge di Mosè stabiliva che non dovevano esserci rapporti e coabitazione. Dunque, avendo un figlio, Maria avrebbe trasgredito la Legge, e le pene per le donne erano terribili: era prevista la lapidazione.
Certamente il messaggio divino avrà riempito il cuore di Maria di luce e di forza; tuttavia, ella si trovò di fronte a una scelta cruciale: dire “sì” a Dio rischiando tutto, compresa la vita, oppure declinare l’invito e andare avanti con il suo cammino ordinario. Che cosa fa? Risponde così: Avvenga per me secondo la tua parola”.
Quante valutazioni seguono e non possono non seguire dalle considerazioni oggettive sul comportamento dell’Angelo, sul comportamento di Maria e su cosa questi esempi molto chiari significhino per noi. Per esempio: esiste qualcosa che ci appare giusta e necessaria che poi però capiamo sbagliata e inopportuna, no? Valutare in un contesto è la stessa cosa di valutare non un contesto altro? Non arriva mai il momento di capire meglio, o diversamente? Porsi fuori dal tempo è una scelta logica, di fedeltà alla “legge”, o una scelta illogica, contro lo spirito e il senso storico di alcune disposizioni, di alcuni comportamenti?
Inoltre Maria non accetta con rassegnazione, non chiede tempo, non pone condizioni. “Quante volte invece la nostra vita è fatta di rinvii, anche la vita spirituale!”, ha proseguito il papa. Eppure per Francesco l’esempio da seguire è dire di “sì”. Ecco l’esortazione a non lamentarsi, ma fare per chi in questo momento ha bisogno. “Non lasciamoci portare avanti dal consumismo: “devo comprare i regali, devo fare questo e quello…”. Quella frenesia di fare tante cose… l’importante è Gesù. il consumismo, fratelli e sorelle, ci ha sequestrato il Natale. Il consumismo non è nella mangiatoia di Betlemme: lì c’è la realtà, la povertà, l’amore”.
Davanti ad un Natale particolare come questo l’Angelus odierno del papa conferma non solo la sua visione, ma anche la sua centralità nel confronto culturale in atto, anche al tempo della pandemia e della paura.

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