Tedros Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms, nel corso di un briefing a Ginevra ha evidenziato come “la pandemia ha smascherato le disuguaglianze del nostro mondo” e ha sottolineato come “esiste il reale pericolo che proprio gli strumenti che dovrebbero aiutarci a superare la crisi, i vaccini, possano esacerbare quelle stesse disuguaglianze”.
“Il nazionalismo sui vaccini potrebbe anche servire scopi politici nel breve termine – ha avvertito Tedros – ma in ultima istanza è poco lungimirante e controproducente. Non riusciremo a porre fine alla pandemia da nessuna parte finché non lo faremo ovunque”.
“Il mondo è arrivato ad un punto di svolta cruciale per quanto riguarda la pandemia”, ha proseguito il direttore generale dell’Oms, sottolineando che si tratta anche e soprattutto di una svolta storica: “Di fronte a una crisi comune, riusciranno le nazioni ad unirsi in un approccio comune?”.
Poi, con una metafora, Tedros ha spiegato l’importanza della collaborazione internazionale: “Quando un villaggio è in fiamme, non ha senso che un piccolo gruppo di persone accumuli tutti gli estintori per difendere le proprie case. Il fuoco si spegnerà più velocemente se tutti hanno un estintore e lavorano insieme, all’unisono”. E assicura: “Altri vaccini sono in fase di sviluppo, approvazione e produzione. Ce ne sarà abbastanza per tutti”.
Al momento, però, “i vaccini sono una risorsa limitata. Dobbiamo usarli nel modo più efficace ed equo possibile. Così facendo, verranno salvate delle vite – ha sottolineato – Questo è il motivo per cui ho sfidato i governi e i leader del settore a lavorare insieme, per garantire che nei primi 100 giorni del 2021 la vaccinazione degli operatori sanitari e degli anziani sia in corso in tutti i paesi”. Infine, ha invitato “i governi a vaccinare i propri operatori sanitari e le persone anziane e condividere le dosi in eccesso con l’iniziativa Covax, in modo che altri paesi possano fare lo stesso”.
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