Gli effetti fisici e psicologici di questa pandemia si faranno sentire per anni ed è importante capire subito come poter migliorare la situazione, che ha colpito prevalentemente i giovani.
“Quello che oggi ci preoccupa sono le conseguenze del Covid (long Covid) e del lockdown sui ragazzi. Abbiamo visto triplicare i problemi psicologici, i tentativi di suicidio e di autolesionismo”, spiega lo pneumologo Fabio Midulla, responsabile del Pronto soccorso pediatrico del Policlinico Umberto I di Roma e presidente della Società italiana per le malattie respiratorie infantili (Simri). Proprio per questi aspetti collaterali alla pandemia, la Simri ha deciso di indagare il fenomeno.
“Un programma clinico in 6 step per valutare quali siano (e se ci siano) gli effetti a lungo termine del Covid-19 sull’età pediatrica – riferisce lo pneumologo – Si chiama ‘Conoscere per prevenire’ ed è promosso dalla Simri, società scientifica affiliata alla Società italiana di Pediatria”.
“Abbiamo creato una road map di esami da effettuare ai minori tra 0 e 18 anni che hanno avuto la malattia, sia in forma sintomatica che asintomatica – spiega Midulla- concentrandoci sulla valutazione pneumologica perché, come si sa, l’infezione da Sars-CoV-2 interessa prevalentemente l’apparato respiratorio”. Scopo del programma clinico è “cercare di identificare precocemente eventuali problemi a livello polmonare che, se intercettati prima, possono essere risolti in maniera più brillante”.
A tale scopo la road map prevede alcuni esami (dosaggio degli anticorpi, visita pneumologica, saturimetria basale, prove di funzionalità respiratoria, ‘walking test’ ed ecografia polmonare) da fare, secondo le indicazioni Simri, a tre mesi dall’infezione acuta Sars CoV-2.
“Dai follow up che abbiamo eseguito al Policlinico (150 in due mesi) ci siamo resi conto che la maggior parte dei bambini sta bene, non ha grossi problemi di tipo pneumologico. Il ‘long Covid’, soprattutto nei ragazzi dai 12 anni in poi, è più di tipo psicologico – ricorda Midulla – All’Umberto I, infatti, alla valutazione di tipo pneumologico ne viene affiancata anche una di tipo neurologico”.
“Vediamo ragazzini con ansia, depressione, paura di quello che può succedere loro o che somatizzano tutta una serie di sintomi come tosse, cefalea, dolori articolari”, avverte l’esperto. Ma non solo. “Nel nostro pronto soccorso abbiamo notato molti più preadolescenti e adolescenti arrivati per episodi di autolesionismo, atti che arrivano fino all’estremo. Gli adolescenti – conclude – sono stati, probabilmente, la fascia d’età più colpita dalle restrizioni dovute alla pandemia e che ha più sofferto il lockdown”.