di Marcello Flores
Dopo alcuni anni in cui si è discusso – in genere con serietà – della necessità o meno di mantenere in vita la Giornata della Memoria, del modo in cui ravvivarla e toglierle quell’aura retorica e ripetitiva che si è notata con troppa frequenza, della necessità di fare centro sulla Shoah senza dimenticare, però, altri genocidi e massacri che meritano un investimento di memoria, un piccolo, ma grave, fatto di cronaca, suggerisce che a quelli interrogativi occorre dare una risposta forte e convinta.
L’aggressione subita dal giovane ragazzo dodicenne a opera di due altrettanto giovani ragazze quindicenni mostra che lo spettro dell’antisemitismo è ancora vivo e presente, pronto a manifestarsi con violenza anche tra chi – per l’età che ha – sembrerebbe ancora al riparo da esserne protagonista. È giusto che le giovani ma per nulla innocenti responsabili di questo grave atto di violenza rimangano anonime, per l’età che hanno. Ma sarebbe altrettanto importante che gli adulti che attorniano la loro vita (i genitori e i parenti, gli insegnanti, gli amministratori, i giornalisti e i cronisti) iniziassero un percorso pubblico di discussione, per comprendere come è potuto succedere, dando la parola anche a chi – e non può non esserci – ha favorito questo risultato con i propri discorsi, stereotipi, banalizzazioni e minimizzazioni, manipolazioni della storia.
È un’intera comunità che dovrebbe assumere come proprio il compito di comprendere, e quindi di individuare forme di educazione collettiva che possano evitare il ripetersi di una simile nefandezza. Se lo farà potrà dare un contributo all’Italia intera, ancora troppo indietro nel contrapporsi in toto a simili atteggiamenti razzisti e violenti. Questa Giornata della Memoria deve permettere un salto di qualità nella coscienza di una convivenza comune in cui l’antisemitismo non deve avere la possibilità di esistere. Come non dovrebbero averla quelle organizzazioni – e sono purtroppo tante anche se per fortuna ultra-minoritarie – che dell’antisemitismo e del razzismo continuano a fare la propria bandiera in modi espliciti o anche solo con ammiccamenti e assoluzioni verso chi lo pratica.
Argomenti: Shoah